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Fuorisalone 2023, Senini presenta tre prodotti green per il benessere dell’uomo

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Al Fuorisalone 2023Senini si è presentata al pubblico della Design Week con tre linee di prodotto esclusive per il benessere dell’uomo e dell’ambiente, e ha incantato il pubblico con una performance “stellare”.

Da sinistra, Chiara Osnago Gadda, Event manager e direttrice dell’ufficio stampa di Senini con il marito Alberto Rimoldi, Gabriele Chizzola, Coo di Tempini 1921 e Bruno Alesso, Ceo de “La Sirenetta Resort & More Experience”, che ha organizzato il catering dell’evento

Incarnando a 360° l’essenza di “Laboratorio Futuro”, il tema prescelto per l’edizione 2023 del Fuorisalone, focalizzato su progettazione sostenibile, circular economy, innovazione dei materiali, rigenerazione urbana e intelligenza artificiale, che propone al pubblico una riflessione su come immaginiamo il nostro futuro, Senini Srl di Montichiari (BS), azienda leader in Italia nella produzione di pavimenti autobloccanti, cordoli, blocchi per murature, da anni impegnata in attività di ricerca e sviluppo su materiali eco – compatibili per l’edilizia, ha scelto la “Boutique – Tempini 1921” di via Pisoni, 6 a Milano, nel quadrilatero della moda – fiore all’occhiello di Tempini 1921. Queste, nel dettaglio, con le loro rispettive peculiarità:

– Tecnocanapa, la gamma completa di prodotti brevettati e soluzioni complete per l’involucro in canapa e calce, che rappresenta l’edilizia del futuro in quanto costituita da materiali naturali, sostenibili e ad alta efficienza energetica. Blocco Ambiente®️, Bio Beton®️ Pronto, e Bio Beton®️ 500 Venezia sono le soluzioni ideali per la nuova costruzione e la ristrutturazione. Composti unicamente da Canapulo, Legante Dolomitico Naturale e Microorganismi Simbiotici, sono in grado di massimizzare salubrità, risparmio energetico e confort abitativo.

– Ecotop Superior, la linea di pavimenti fotocatalitici, pavimentazioni autobloccanti per esterno che grazie al principio fotocatalitico contenuto nella loro superficie contribuiscono in modo concreto alla riduzione delle sostanze nocive nell’aria. Vantano infatti, caratteristiche che la rendono unica quali una superficie compatta e uniforme con una chiusura perfetta, migliore di una pietra naturale in quanto non assorbe, è antiscivolo e pulisce l’aria per mezzo della fotocatalisi; l’aggiunta di speciali additivi che riducono l’insorgere di fenomeni quali le efflorescenze; l’idrorepellenza con il sistema idrocare (che mantiene i colori, evita l’insorgenza di muschi e licheni, ha una migliore resistenza gelo disgelo…); l’utilizzo di minerali di alto pregio che conferiscono una particolare brillantezza; durata e costanza di tonalità; un’eccellente indice di riflettenza solare che riduce l’assorbimento dei raggi, mantenendo più fresca la superficie;

– Glow in the dark, la linea di pavimentazioni e lastre che, grazie alle pietre fotoluminescenti contenute nello strato superiore, assorbono la luce (solare o artificiale) durante il giorno e la rilasciano nella notte creando una magica atmosfera.

E proprio quest’ultima linea, è stata “Guest star” della serata del 20 aprile. Accompagnato dalla bellissima e suggestiva performance musicale di Save L. Violin, il protagonista indiscusso dell’evento è stato presentato al pubblico in un crescendo di suspense “scintillante”, anzi “stellare”. Tali pavimentazioni e lastre sono infatti adatte per illuminare percorsi, giardini, viali o per qualsiasi uso che l’immaginazione possa suggerire. Un modo semplice ma intelligente per migliorare la bellezza dell’ambiente. Recentemente, inoltre, sono state aggiunte alla serie anche le lastre per rivestimento di pareti, per estendere questo sistema agli edifici. Le coperture delle pareti ventilate, possono essere create usando le lastre SENINI che si illuminano nell’oscurità producendo un effetto unico e bellissimo. Il tempo non riduce la funzionalità del sistema e non è necessario nessun tipo di attrezzatura per ottenere l’effetto luminoso.

“L’ecosostenibile è sano, bello e a misura d’uomo.” afferma Massimo Senini, Presidente del Gruppo Senini. “In Senini abbiamo sempre avuto una particolare sensibilità per i temi ambientali e siamo stati i primi, nel settore, ad ottenere, oltre vent’anni fa, la certificazione ambientale ISO 14001. Non a caso, i prodotti da pavimento esterno della linea Ecotop sono stati scelti da EXPO Milano 2015 per la loro capacità di abbattere l’inquinamento atmosferico grazie al processo di fotocatalisi e con la linea Tecnocanapa, dal 2015, operiamo anche nel settore della bioedilizia, dei materiali da costruzione naturali e delle tecnologie per l’efficienza energetica, puntando alla riduzione dei consumi energetici di edifici nuovi ed esistenti e al miglioramento del comfort abitativo degli occupanti. Le case del futuro, infatti, saranno sempre più costruite con materiali naturali: una tendenza in forte crescita che contribuisce a preservare l’ambiente e ad assicurare una migliore qualità di vita per tutti. Per questo ci impegniamo ad offrire prodotti dalle enormi potenzialità, con un passato importante e credibile, riscoperti, innovati e destinati a diventare i protagonisti assoluti delle nuove costruzioni”.

“L’utilizzo di materie prime naturali, la qualità del prodotto, le ottime prestazioni drenanti di molti formati, assicurano l’impegno della Senini per la salvaguardia dell’ambiente e la qualità della vita”. afferma Gabriele Chizzola, COO di Tempini 1921, nonché Strategy Manager de la “Boutique – Tempini 1921”. “Siamo onorati di aver presentato nella nostra “Boutique”, al pubblico della Design Week milanese, i prodotti Senini perché in Tempini amiamo i legami con il territorio e Senini rappresenta senza ombra di dubbio, un’eccellenza della sostenibilità, prerogative queste, che vanno quindi divulgate a macchia d’olio e fatte conoscere ad una platea più vasta possibile”.

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Con un’aggiudicazione da 1.875 euro, Karina Castorani Gosteva ad Art-Rite triplica la stima d’asta

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Lo scorso 12 ottobre, nella serata in cui Salvatore Garau, con quasi 28 mila euro, piazza il top lot e supera il proprio record d’asta, c’è gloria anche per una giovane firma. Karina Castorani Gosteva, una delle artiste italiane più rappresentative della generazione dei millennial, a 4-U new, Asta di arte contemporanea tenuta da Art-Rite a Milano, con “White fire Limpia”, triplica la stima. L’opera, una tecnica mista su dibond, di cm. 60×90,è stata venduta a 1.875 euro (compresi i diritti), a fronte di una stima di 600-800 euro. 

Federico Bianchi, head of department arte moderna e contemporanea dell’auction house milanese aveva dunque visto giusto, quando aveva messo l’opera di Karina come prima del catalogo. Una scelta coraggiosa, quella di Bianchi: collocare una giovane artista in una posizione delicata ed esposta come quella di apripista poteva sembrare un azzardo. Invece i collezionisti hanno dato ragione al capo dipartimento di Art-Rite, ingaggiando una strenua competizione per aggiudicarsi “White fire Limpia”. 

Classe 1989, laureata al Naba (Nuova Accademia di belle arti) di Milano, vincitrice assoluta, due anni fa, della 9a edizione del Premio Ricoh, Karina Castorani Gosteva sarà il prossimo 28 ottobre la protagonista di un evento al Loa, Laboratorio open art di Milano. Il suo lavoro “Music Dust”, sarà premiato dall’Avi, l’Associazione vinile italiana, come la più innovativa opera d’arte visiva ispirata al mondo della musica. 

Karina Castorani Gosteva
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Salvatore Garau, arriva la testa dell’Anguilla di Marte

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L’artista sardo Salvatore Garau, uno dei protagonisti della contemporary art internazionale, ha terminato un’installazione di 7 metri d’altezza e 3 tonnellate di ferro battuto, chiudendo un progetto iniziato 11 anni fa, quando aveva inaugurato a Santa Giusta (in provincia di Oristano), dove è nato, “Anguilla di Marte”, una scultura di 12 metri, che raffigurava appunto la coda del pesce. Ora all’anguilla spunterà la testa, che sarà collocata in un luogo ancora segreto, ma non lontana dal resto del corpo. E’ possibile, comunque, recarsi presso il laboratorio del fabbro Stefano Piga e vedere alcuni dettagli dell’opera tanto attesa.

La nuova scultura è stata realizzata in due parti che stanno per essere smaltate e saldate. Raffigura una bocca aperta che addenta due teste elleniche del II secolo avanti Cristo, perfette copie del Satiro scoperto sotto la laguna sarda durante gli scavi diretti nel 2009 da Del Vais e Sanna.  «La testa dell’anguilla ha vagato per 11 anni sotto una terra ricca di storia e civiltà», racconta il Maestro sardo, «adesso spunta nervosa, tenendo tra i denti tracce del nostro passato, quasi a voler metterci in faccia chi siamo stati e a ricordarci da dove veniamo: La nostra è stata terra di commercio, di ricchezza e di incontro di tanti popoli».

Garau aveva deciso di realizzare la testa solo quando, tre anni fa, si era trovato di fronte alla ceramica del Giovane Satiro. In quel momento è nata l’idea e il desiderio di realizzare la scultura, dandogli non solo un senso che rispetta il genius-loci, ma anche aprendo l’opera a una lettura che si presta a nuove interpretazioni. 

Conclude Garau: «l’Anguilla di Marte è un’opera che ha il compito di rammentarci che dimenticare le nostre origini è un’offesa al nostro presente che sta già diventando futuro».

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Garau rinnova l’Archivio per tutelare il mercato

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Il successo planetario delle sue sculture immateriali ha rivitalizzato il mercato di Salvatore Garau, portandolo ai vertici degli interessi dell’art community. Ricordiamo che, lo scorso maggio, “Io sono”, scultura immateriale collocabile in un’ambiente coperto, all’interno di una superficie di circa un metro quadrato, è stata aggiudicata ad Art-Rite Auction di Milano per 15.000 euro (compresi i diritti d’asta). La scultura immateriale partiva da euro 6.000 di base d’asta. Dopo una strenua battaglia tra collezionisti, è stata aggiudicata al doppio. 

La stampa internazionale, di settore e non, si è buttata sulla notizia tanto che, probabilmente, Salvatore Garau è l’artista più menzionato dai media nell’ultimo mese. Di fronte a una rivitalizzazione così clamorosa di un artista, è logico che cresca il pericolo di falsi. Garau aveva già costituito un Archivio nel 2013, e ora questo è stato rinnovato, proprio in occasione della battuta d’asta (vedi qui). 

Ricordiamo che le leggi, sia internazionali sia italiane, consentono la circolazione di un quadro nei circuiti professionali soltanto se provvisto delle dovute certificazioni. Per restare in Italia, il decreto 1062 del 25 gennaio 1971, articolo 2, recita: “Chiunque esercita una delle attività previste dall’articolo 1 (n.d.r, operatori del mercato dell’arte) deve mettere a disposizione dell’acquirente gli attestati di autenticità e di provenienza delle opere e degli oggetti ivi indicati, che comunque si trovino nell’esercizio o nell’esposizione. All’atto della vendita, il titolare dell’impresa o l’organizzatore dell’esposizione è tenuto a rilasciare all’acquirente copia fotografica dell’opera o dell’oggetto con retroscritta dichiarazione di autenticità e indicazione della provenienza recante la sua firma”. 

Da parte sua, l’articolo 64 codice beni culturali cdlgs42/2004, afferma: “Chiunque eserciti l’attività di vendita al pubblico, di esposizione a fine di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura e di grafica […] o chiunque venda le opere o gli oggetti medesimi, ha l’obbligo di consegnare all’acquirente la documentazione attestante l’autenticità o, almeno, la probabile attribuzione e la provenienza”. In sintesi, quando esiste un Archivio ufficiale, gli intermediari professionali hanno l’obbligo di fornire la relativa documentazione. 

In foto, dettaglio del certificato di autenticità che accompagna l’opera

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Archivio Salvatore Garau

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Per archiviare e autenticare un’opera di Salvatore Garau è necessario inviare, tramite posta, tre fotografie del fronte, a colori e di formato cm. 18×24, una foto del retro, l’immagine dell’opera ad alta risoluzione su supporto digitale, nonché l’eventuale documentazione relativa all’opera.

Si raccomanda di allegare ai materiali elencati la ricevuta del bonifico effettuato a titolo di rimborso forfettario per le spese e per le attività relative alla consulenza e i dati fiscali per la fatturazione. L’Archivio potrà avviare la valutazione della documentazione solo se in possesso dei documenti completi.

Anche nel caso in cui le opere non siano ritenute in possesso dei requisiti necessari all’inserimento nell’Archivio di Salvatore Garau, il versamento non è rimborsabile.

I costi per l’archiviazione sono:

-2.000 euro più IVA per i dipinti di misura pari o superiore a cm. 90×90 (o comunque opere la cui somma di base e altezza è pari o superiore a cm.180);

-1.000 euro più Iva per i dipinti di formato minore;

-500 euro più IVA per le opere su carta, di formato inferiore a cm. 100×100 (o comunque la cui somma di base e altezza è inferiore a cm. 200);

-1.500 euro più Iva per le opere su carta intelata, di formato pari o superiore a cm. 100×100 (o comunque opere la cui somma di base e altezza è pari o superiore a cm.200); 

-Riguardo alle sculture immateriali, queste vengono già tutte vendute con il certificato dell’archivio.

Spedizione:

Il materiale va inviato ad ArtRelation di Milo Goj (procuratore del Maestro Salvatore Garau e responsabile dell’Archivio), via Sardegna 9, 20146 MILANO. 

Il bonifico, intestato ad ArtRelation, causale, archiviazione opera di Salvatore Garau va accreditato sul seguente Iban.

 IBAN IT16A0306909458100000000372

Soltanto le opere provviste dell’autenticazione da parte dell’Archivio possono essere messe di commercio. 

L’Archivio Salvatore Garau è stato costituito il 30 giugno 2013.
Ha sede a Milano, presso ArtRelation, in Via Sardegna, 9, CAP 20146.
L’Archivio si propone la tutela e la valorizzazione dell’opera di Salvatore Garau. Cura l’archiviazione delle opere e del materiale storico, pubblicazioni relative a mostre ed eventi, libri, rassegne stampa, materiale fotografico ed epistolari. Provvede alla conservazione del suddetto materiale rendendolo anche consultabile a fini di studio.
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Venduta per la prima volta in un’asta un’opera che non esiste. Protagonisti Art-Rite e Garau

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Se 15mila euro vi sembran pochi…Questa la cifra raggiunta per “Io sono”, scultura immateriale di Salvatore Garau, in una recente contemporary art auction. L’asta si è tenuta presso Art-Rite, la maison aux enchères, milanese, di Attilio Meoli e Federico Bianchi, dove “l’opera che non esiste”, partita da 6.000 euro, ha raddoppiato la base d’asta raggiungendo quota 12mila euro al martello (15.000 con i diritti d’asta). Ma di cosa si tratta?

Esasperando il concetto espresso oltre 100 anni fa da Marcel Duchamp, per cui arte è ciò che un’artista dice sia arte, Salvatore Garau è arrivato a “creare” una scultura fatta d’aria. L’unica cosa fisica venduta all’asta è il certificato di garanzia firmato dall’autore e controfirmato dal procuratore del suo Archivio, Milo Goj. Chi pensava che le opere virtuali dell’arte digitale, anch’essi privi di fisicità, fossero il massimo dell’avanguardia si è dovuto ricredere. Le sculture immateriali di Garau non hanno nemmeno un’immagine virtuale che possa essere riprodotta sulla rete. 

Sardo di Santa Giusta (Oristano), sessantenne, più volte presente alla Biennale di Venezia, Salvatore Garau è uno dei massimi interpreti della contemporary art internazionale. Il suo talento si è espresso, oltre che nell’arte visiva, in diverse altre forme creative. Per anni è stato il batterista degli Stormy Six, storica band di progressive rock. Autore di libri, ha al suo attivo anche esperienze video. Nei prossimi giorni un’altra scultura immateriale di Garau sarà inaugurata, sotto l’egida dell’Italian Cultural Institute di New York, nei pressi di Wall Street.

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La contemporary art di Sabrina Ravanelli interpreta la perdita d’identità da Covid

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Si chiama “Unidentity” l’ultimo lavoro di Sabrina Ravanelli.

L’artista milanese ha voluto, con quest’opera, rappresentare lo stato di smarrimento che molte persone stanno vivendo dallo scoppio della pandemia. Si tratta, appunto, di una perdita d’identità, intesa non strettamente nel senso fisico, bensì nella caduta dei punti di riferimento cui erano ancorati sino un anno fa i nostri valori, comportamenti e stili di vita. 

Una delle missioni della contemporary art è proprio quella di rappresentare la realtà del tempo, come ha voluto fare la pittrice. Il lavoro, di cm. 110×90, è sviluppato su una moltitudine di mascherine, proprio quelle distribuite in questi mesi dal Comune di Milano. Questo dispositivo di protezione individuale (dpi) è assurto, nel bene e nel male, a icona di questo tragico periodo.  Pur senza contestarne l’utilità, Sabrina Ravanelli che, oltretutto, è nota anche come ritrattista, trova in uno strumento che nasconde mezzo volto un simbolo visivo di questa spersonalizzazione. Nota come “material queen” per la sua abilità nel trattare i materiali, l’artista tornerà in asta il prossimo febbraio con “Attenzione, maschicidi in corso”, un’opera singolare sviluppata su una tela triangolare di cm. 60×60 presso Meeting Art di Vercelli. 

Sabrina Ravanelli vantava già alcune battute presso la casa d’asta milanese Art-Rite, dove ha sempre superato le stime. Ospite alla Biennale di Venezia del 2017 presso il Padiglione Armenia, protagonista lo scorso anno di una mostra personale presso la storica Galleria Lattuada di Milano (che la rappresenta e dove è esposto Unidentity), è la caposcuola della brand art, corrente che consiste nel rappresentare immagini (soprattutto ritratti di imprenditori o top manager) che ricordano un’azienda, sovrapposta ai brand dell’azienda stessa attraverso un’elaborata tecnica materica. 

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Lorenzo Marini star all’ultima asta di Farsetti

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Al suo debutto a Farsetti, la più nobile auction house italiana, nel secondo weekend dello scorso dicembre, Lorenzo Marini, con Alphatype, 2020, ha registrato un autentico exploit.

L’opera, una tecnica mista su tela di cm. 100×100, è stata aggiudicata con i diritti a 16.250 euro, superando il precedente record dell’autore di 14.820 euro registrato nel novembre 2019 ad Art-Rite di Milano, con la tecnica mista su acciaio di cm. 80×80, Artabeth. Tra gli autori dell’ultima generazione di contemporary art, quelli impostisi sul mercato dopo il 2000, Marini ha avuto il miglior risultato nell’asta della “casa” di Prato.

Il 25 gennaio scorso, a Meeting Art di Vercelli, il Maestro di Monselice (in provincia di Padova), con un altro Alphatype aveva toccato quota 12.750 euro. La seduta di Farsetti porta due conferme per il mercato di Marini: l’ascesa dei prezzi è continua e le opere importanti superano ormai sempre, al martello, la cifra simbolo di 10 mila euro.  

di Lorenzo Goj

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Arrigoni, angurie e meloni protetti in modo ecologico anche fuori stagione

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Oggi, melone e cocomero sono tra i frutti più coltivati al mondo. I produttori professionali, però, devono fronteggiare diversi ostacoli per ottenere risultati soddisfacenti, in primis le elevate temperature estive e gli attacchi di parassiti, primi fra tutti gli afidi. Arrigoni, realtà leader a livello internazionale nella produzione di agrotessili per l’agricoltura con sede a Uggiate-Trevano, nel Comasco, propone due innovative soluzioni, particolarmente adatte per queste due colture: la gamma di agrotessili termo riflettenti Prisma® e gli schermi anti-insetti Biorete®. 

Test in campo condotti con Prisma presso un’azienda produttrice italiana hanno dimostrato efficacia nel controllo della temperatura, con conseguente riduzione del consumo idrico e migliore resa della pianta. Prisma®, una gamma di schermi protettivi che ottimizzano la diffusione della luce, garantendo al contempo la gestione del calore, è ideale per il controllo delle temperature in serra. Come hanno dimostrato test in campo condotti presso l’azienda agricola “La Palazzina” di Gualtieri (RE), specializzata in meloni, angurie e zucche, l’impiego di tali schermi permette di produrre il melone tardivo. Così, grazie alla riduzione della temperatura sotto copertura, questa soluzione si è dimostrata in grado di ridurre enormemente lo stress delle piante di melone durante i periodi più caldi. 

Il risultato è stata una spiccata uniformità delle piante e quindi nella qualità generale e nella pezzatura dei frutti, tutto a beneficio anche delle operazioni di raccolta e di selezione. Il tnt (tessuto-non-tessuto, protezione da mettere sopra le piante), infatti, viene lasciato sulle coltivazioni anche in estate fino al momento ritenuto adatto per l’impollinazione e con il duplice scopo di evitare la diffusione di virosi.
Inoltre, l’impiego di questi agrotessili consente di coltivare, senza la necessità di imbiancare durante l’estate, il film plastico evitando che si imbratti per i cicli invernali. L’imbiancamento, peraltro, che non è mai perfettamente uniforme, comporta il rischio di scottature. Prisma®, invece, va adagiata sui tunnel e può essere agevolmente fissata e rimossa grazie all’utilizzo di specifiche placchette fornite da dalla stessa azienda comasca.

Per quanto riguarda l’anguria, invece, una delle maggiori minacce proviene dagli afidi (o pidocchi delle piante). Per una protezione totale, Arrigoni propone la gamma Biorete Air Plus®, innovativi schermi antinsetto con monofilo di piccolo diametro e alta resistenza. Diversi sono i vantaggi che assicura tale soluzione: migliore ventilazione con un alto livello di protezione, temperature ridotte all’interno delle serre, ridotta occorrenza di malattie crittogamiche, migliore allegagione dei frutti e sviluppo vegetale e migliori qualità e proprietà sensoriali delle piante. “Un’agricoltura sempre più sostenibile e dove il risparmio idrico abbia un ruolo centrale sono le sfide che oggi si pongono davanti a noi”, commenta Paolo Arrigoni, nipote del fondatore Achille e attuale CEO del Gruppo. “Le soluzioni che proponiamo su melone e anguria, così come su diverse altre colture ortofrutticole, vanno proprio in questo senso, riducendo l’uso di sostanze di sintesi e garantendo un ambiente più fresco e ideale per la crescita delle piante, che, se protette, possono assorbire la forza più autentica della natura e con un minor consumo idrico”.

Oggi, il primo posto nella produzione di meloni e angurie a livello internazionale è saldamente in mano alla Cina, che da sola rappresenta oltre il 40% della produzione di anguria e il 35% di quella del melone. A grande distanza, Turchia e Iran si contendono la seconda e terza posizione di questa speciale classifica, rispettivamente con il 2,05% e 2,03% per l’anguria e l’8,17% e 8,27% per il melone. Seguono poi altri Paesi caldi, tutti extraeuropei, quali Marocco, Egitto, Messico e Brasile. Riguardo l’anguria, l’Italia occupa poco meno dello 0,3% della produzione mondiale, dietro a Spagna e Grecia per quanto concerne l’Europa. Più importante risulta invece la coltivazione del melone, dove il Belpaese detiene una quota dell’1,23% e si colloca all’undicesimo posto a livello internazionale, sempre alle spalle della Spagna (fonte: FAO).

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IDC MarketScape riconosce Ricoh come leader globale nella trasformazione del printing

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Ricoh è stata nominata leader nel report IDC MarketScape: Worldwide Print Transformation 2020 Vendor Assessment”. Il documento ha messo in evidenza come Ricoh sia diventata un’azienda di servizi in grado di abilitare la Digital Transformation nelle organizzazioni. “Ricoh si trova in una posizione di leadership per guidare la digitalizzazione andando anche oltre il printing”, si legge nel report. Questo è il risultato dell’approccio di Ricoh volto ad aiutare le imprese a migliorare il supporto ai loro clienti, ad accelerare l’innovazione, a ridurre i costi e a prendere migliori decisioni di business.

“Il repentino cambiamento che ha interessato il workplace ha velocizzato la trasformazione digitale che era già in atto”, afferma Akira Oyama, CMO, Corporate Executive Vice President, Workplace Solutions Business Group, Ricoh Company, Ltd. ”Oggi per le aziende è indispensabile eliminare i silos informativi, implementare workflow e processi digitali e gestire le informazioni anche da remoto. Il nostro approccio globale e flessibile verso le esigenze dei clienti ci consente di stare al fianco delle imprese in questi periodi difficili, focalizzandoci su aspetti fondamentali come ad esempio la salute dei dipendenti e la riduzione dei costi”.

La proposta Ricoh mette al centro il cliente ed è basata sul concetto di servizio e questo, sottolinea il report, consente di indirizzare i nuovi trend che impattano sugli ambienti di lavoro e di ridurre la complessità. Servizi e soluzioni per l’automazione dei processi, piattaforme per l’analisi dei dati scalabili e basate sul cloud e sistemi per la gestione dei documenti sono solo alcuni esempi di come Ricoh sia in grado di rispondere alle nuove esigenze.

“Ricoh è leader nel mercato MPS e può contare su un modello di erogazione dei servizi tra i più integrati ed efficienti di tutto il mondo”, spiega Robert Palmer, Research VP per IDC Imaging, Printing, and Document Solutions group. “L’infrastruttura basata sul cloud di cui Ricoh dispone e il focus sull’integrazione di ambienti di lavoro fisici e digitali sono oggi più importanti che mai. Anche l’offerta per la governance delle informazioni e la sicurezza dei dati sono elementi differenzianti grazie ai quali Ricoh è stata riconosciuta come leader nell’IDC MarketScape”.

Inoltre, come sottolineato del report, “nessun altro vendor del printing può vantare un numero di acquisizioni nel mercato degli IT Services come quelle di Ricoh”. Infine, anche gli investimenti in Ricerca e Sviluppo dell’azienda giapponese rappresentano un elemento importante per la Digital Transformation delle aziende.

 
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