Design & Arte

Miart 2023 con 169 gallerie partecipanti torna in Crescendo alla ventisettesima edizione

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Dal 14 al 16 aprile 2023- anteprima Vip il 13 di aprile-torna Miart la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano organizzata da Fiera Milano e diretta per il terzo anno da Nicola Ricciardi.

Con 169 gallerie provenienti da 27 paesi la ventisettima edizione rafforza le presenze internazionali e al tempo stesso consolida il legame con le principali realtà italiane con opere di maestri moderni, artisti contemporanei sia affermati che emergenti, ribadisce il suo ruolo di appuntamento imprescindibile per il pubblico e i collezionisti italiani e internazionali.

Crescendo è la parola d’ordine dell’edizione a sottolineare lo sviluppo riscontrato nei due anni precedenti e i desiderio di proseguire verso un’ascesa oltre il 2023.

Dopo lo “smantellamento del silenzio” nel 2021 e il “primo movimento” di una nuova partitura l’anno successivo, nel 2023 miart prosegue solcando le metafore musicali e costruendo l’immaginario della nuova edizione attorno alla parola Crescendo.

Nel linguaggio tecnico, l’espressione si riferisce a un’indicazione dinamica musicale che prevede l’aumento graduale dell’intensità del suono.

E Crescendo allude anche alla tutela e allo sviluppo della biodiversità alla cura dell’ambiente e delle sue risorse in riferimento al ruolo svolto da Miart nella “Gallery Climate Coalition Italia” e al suo impegno, sempre crescente nel favorire pratiche più sostenibili e a minor impatto ambientale.

A Miart 2023 si tornerà a respirare la vivace internazionalità che aveva caratterizzato le edizioni della fiera fino al 2019, in virtù del fatto che quasi il 40% degli espositori ha una sede all’estero.

Oltre al numero delle gallerie, a crescere significativamente è  per merito di di una combinazione di di incoraggianti ritorni e importanti new entry. Tra questi: Mira Madrid (Madrid), Ciaccia Levi (Parigi, Milano), Corvi-Mora (Londra), Andrew Kreps Gallery (New York), e molti altri ancora.

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Venini nomina Marco Piva a capo della direzione artistica

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 A partire dai prossimi giorni, Marco Piva assumerà la carica di Direttore Artistico di Venini, con l’obiettivo di ridefinire il percorso creativo di prodotto partendo dall’analisi del patrimonio storico-culturale contenuto nell’archivio del celebre marchio. L’ architetto e designer milanese è particolarmente interessato alla capacità che un oggetto ha di intercettare le “attese” estetiche e funzionali degli utilizzatori e, di conseguenza, alla reazione che questo oggetto è in grado di suscitare in loro. Grazie a questa attitudine, lavorerà in modo concreto sull’attrattività del brand, interpretandolo e richiamando l’attenzione degli appassionati e dei collezionisti a cui il marchio si rivolge. Data la sua esperienza e le sue radici professionali, indirizzerà inoltre particolare attenzione ed energia al coinvolgimento e sviluppo del brand nel mondo del luxury contract – alberghi, ristoranti e residenze esclusive che avranno il piacere di ospitare i prodotti e le installazioni Venini.

Marco Piva parla con orgoglio del nuovo ruolo di direttore artistico della Fornace: “Per me è motivo di grande soddisfazione essere parte di una realtà prestigiosa come Venini, che affonda le sue radici nella tradizionale arte vetraria muranese ma nello stesso tempo rivolge lo sguardo al futuro. Il brand vanta collaborazioni con artisti e designer come Carlo Scarpa e Gio Ponti, che hanno fatto la storia del design dell’ultimo secolo e per me è un privilegio lavorare per contribuire al suo successo.”

Silvia Damiani, Presidente di Venini, afferma: “Sono davvero entusiasta di questa nuova collaborazione. Non solo Marco Piva ha alle spalle una vasta esperienza creativa, ma ha anche partecipato a illustri progetti a livello internazionale. La sua figura è rilevante nel panorama culturale italiano ed estero. Marco Piva saprà proiettare Venini in una dimensione ancora più cosmopolita.”

Da oltre un secolo i migliori maestri vetrai e artisti si incontrano nella Fornace Venini, dando vita a una storia d’eccellenza e innovazione. VENINI custodisce ed interpreta un patrimonio artistico unico, creando opere inconfondibili che uniscono i saperi della tradizione al fascino dell’estetica contemporanea. Le creazioni VENINI convergono in Art Glass, con vasi scultorei e oggetti décor, e Art Light, installazioni luminose che arredano con gusto grandi spazi – privati o pubblici, come la Triennale di Milano e il Museo del Vetro di Murano, il MET e il MOMA di New York, la Fondazione Cartier, il Centre Georges-Pompidou di Parigi e tanti altri.

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“Untitled”by Tancredi Fornasetti in mostra all’Aleph Rome Hotel Curio Collection by Hilton

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 L’Aleph Rome Hotel, Curio Collection by Hilton, premiato come miglior luxury design hotel in Italia dal prestigioso World Luxury Travel Award, e’ da diverso tempo sede di prestigiosi eventi d’arte contemporanea, curati dalla gallerista Gabriella Perna. Dopo il successo dell’esposizione di opere di Tommaso Cascella, Giuseppe Modica e di Pino Procopio,,l’Aleph Rome Hotel inaugura adesso“Untitled”, personale di Tancredi Fornasetti.

Le opere, 12, sono fedeli alla tecnica pittorica intellettuale e astratta dell’artista. Geometrie e architetture ora razionaliste degli anni ’30, ora metafisiche con qualche ispirazione a De Chirico dominano nelle sue tele: il concetto di “astrazione”, in Tancredi, è molto generale ed è declinata sulla percezione di un’ artista cresciuto  a stretto contatto con video, giochi e mondo digitale mischiati, sotto forma di colori nei suoi pennelli insieme ai paesaggi romani e alla passione dell’artista che si esprime.

Tancredi Fornasetti, è un pittore romano, tra i più significativi del panorama contemporaneo. Molte le mostre personali, tra cui ricordiamo “La città In-Vivibile” a Milano, presso Galleria Mario Giusti HQ, “Broken Up City” a Parma presso la Galleria Art&Co, “16 bit” a Roma presso Galleria Medina e la mostra virtuale “Tancredi Fornasetti: Between Pop Art, Abstract and Geometry” a cura de La Maison de La Petite Sara.

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Design vibrazionali di biogeometria estetica con Harmonic Shapes per una nuova “experience” d’arredo

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Harmonic Shapes è una nuova realtà nel mondo del design e dell’architettura che offre a chi disegna e a chi vive gli spazi una nuova visione che unisce estetica e benessere. Il brand si basa sull’armonia delle forme geometriche utilizzateper creare texture di design da applicare ad ambienti interni e a elementi di arredo, un’idea innovativa che sfrutta la geometria e i suoi principi per rendere ogni spazio un luogo di benessere.

Le prime applicazioni di Harmonic Shapes si basano su design vibrazionali di Biogeometria, una scienza che utilizza il linguaggio della natura per riequilibrare le energie, esaltandone le forme geometriche, i colori, i suoni e il movimento. I principi racchiusi nelle forme Biogeometriche, riscoperti in anni di studi effettuati da esperti e ricercatori in campo medico-scientifico, sono in grado di creare un ambiente energetico ottimale e benefico in ogni spazio in cui si trovano, motivo per cui Harmonic Shapes ha deciso di partire proprio da qui, con l’obiettivo futuro di ampliare la propria visione nel tempo, verso nuovi orizzonti del design e utilizzando l’armonia geometrica in ogni suo aspetto.

Le forme Biogeometriche utilizzate in questa prima collezione sono state date in uso ad Harmonic Shapes per il settore design. Queste sono state sviluppate e brevettate alla fine degli anni ’60 dal Dottor Ibrahim Karim, scienziato egiziano, laureato in architettura ingegneristica al prestigioso Federal Institute of Technology di Zurigo e consulente di design nel settore turistico. Le forme possono essere bi o tridimensionali e sono appositamente progettate per interagire con i campi magnetici e produrre effetti di bilanciamento dell’energie intorno a noi. Per la loro applicazione vengono utilizzati esclusivamente i migliori materiali e tecnologie, che garantiscono, in ogni caso, la libertà di personalizzazione sia nelle dimensioni sia dei colori.

L’ing. Arch. Karim Ibrahim intervistato afferma “la Biogeometria usa l’effetto energetico delle forme sull’ambiente circostante per creare la stessa speciale energia che si trovava, in passato, nei luoghi sacri. Inoltre, la Biogeometria, riporta il processo di formazione della natura nel design per connettere gli oggetti (di design) con la forza vitale naturale rendendoli parte integrante dei sistemi viventi della natura”.

Grazie ad Harmonic Shapes, il design acquisisce nuove forme e dimensioni con linee, angoli, colori e movimenti tipici della geometria, utilizzati per bilanciare la qualità della nostra energia anche in passato nell’arte, nelle statue, negli amuleti e in molti altri campi della vita. Infatti, anche se non ne siamo perfettamente coscienti, tra noi e lo spazio che abitiamo si creano scambi di energie che concorrono a determinare il nostro benessere psicofisico. Un benessere che può essere in parte danneggiato, per esempio, da cavi elettrici e apparecchi elettronici che generano campi energetici tipici della geopatia dagli effetti potenzialmente dannosi.

È qui che si esprime la creatività e l’innovazione del brand Harmonic Shapes il quale, utilizzando 4 diversi modelli di forme Biogeometriche impreziosisce materiali come marmo, pietre naturali, vetrite, legno, vinile e fibra di vetro, ceramica, pellicola ecologica e tela pittorica che arredano gli spazi con armonia e con stile, donando equilibrio mentale ed energia fisica.

Federica Caimi, General Manager di Harmonic Shapes, racconta come è avvenuto l’incontro tra Harmonic Shapes e la Biogeometria:

“Sono sempre stata molto interessata alle energie, alle onde e alle geometrie che circondano la terra e influiscono sul benessere delle persone. Per questo, nel 2017, ho deciso di partecipare ai corsi di Biogeometria al Cairo e a Ginevra e, nel 2019, mi sono diplomata in Biogeometry Enviromental Home Solutions insieme a mio padre, co-founder e art director di Harmonic Shapes. Da qui è nata l’idea di utilizzare la Biogeometria per le prime applicazioni di Harmonic Shapes. Grazie al bellissimo rapporto stretto con il Dott. Ibrahim Karim, abbiamo deciso di dare vita a forme di design fondate sull’armonia geometrica e sull’equilibrio energetico, in grado di rendere ogni spazio un luogo di benessere, utilizzando materiali di qualità e tecnologie certificate.

Harmonic Shapes, per la fornitura e la lavorazione dei diversi materiali sui quali vengono applicate queste particolari ed uniche texture, ha selezionato come propri partner aziende che rappresentano un’eccellenza nel loro settore, come Antolini, Cadorin, Inkiostro Bianco, Petra Antiqua, Sicis, Technolam, 3M.

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Venini crea Danza del Mare simbolo della Fondazione MSC per la protezione del mare

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Danza del Mare, scultura creata da Venini che quest’anno festeggia il suo 100° anniversario  simboleggia la dedizione della Fondazione MSC alla protezione e alla promozione dell’ambiente naturale di cui facciamo parte, il nostro pianeta blu.

Progettata da Monica Guggisberg e Philip Baldwin per MSC Seashore, l’opera s’arte è visibile al Centro Fondazione MSC, salendo dal ponte 5 al ponte 8, illuminata da un faretto posto alla base e circondata da una parete a specchio che riflette, moltiplicandola la luce e i colori che emanano.

“In cento anni di storia e passione, Venini ha conservato e interpretato un patrimonio artistico unico, che affonda le sue radici nella cultura veneziana del XIII ,secolo, creando opere distintive che uniscono la profonda conoscenza della tradizione al fascino dei gusti contemporanei.

Venini è orgogliosa di aver contribuito con la sua esperienza e maestria alla creazione di questa scultura unica che celebra l’ambiente e le sue creature”.

Silvia Damiani – Presidente di VENINI e Vicepresidente del Gruppo DAMIANI

 “La nostra visione è quella di ripristinare l’equilibrio critico tra le persone e la natura entro una generazione, concentrandoci sulla protezione ambientale, in particolare degli ecosistemi acquatici e marini. Venini e la Fondazione MSC condividono un profondo amore per il mare e l’impegno reciproco per la sua protezione.

Daniela Picco – Direttore Esecutivo della Fondazione MSC

Il Team Venini ha sostenuto lo sviluppo ingegneristico e tecnico di questa colossale installazione di 12 metri di altezza e 3 metri di diametro. 

  • Ogni pesce e sfera di vetro è una creazione unica, soffiata e realizzata a mano in ogni sua parte.
  • Più di 190 pesci di tre diversi colori – rosso, giallo e ametista – e tre misure (32, 38 e 42 cm), nuotano in una spirale, raggruppati per colore, ad evocare i colori scintillanti dell’acqua e del mare.
  • 10 cavi verticali e un faretto rivolto verso l’alto.

Il design utilizza il magico mezzo del vetro per esprimere la fluidità dei mari e tutto ciò che contengono: animali, vegetali e minerali, coralli, pesci, alghe e ossigeno. L’immensa profondità ed estensione del mare, che copre il 71% della superficie del nostro pianeta, è racchiusa nell’immaginario della scultura, nella sua imponenza e nella densità del suo contenuto, come se fosse il mare stesso, in un prisma svettante di componenti carichi e in movimento. Un’immagine, in parte dei polmoni della Terra, in parte del nutrimento della Terra e in parte di semplice bellezza, a simboleggiare il ruolo indispensabile del mare per il benessere nostro e del nostro pianeta. Noi ne siamo dipendenti. Esso non dipende da noi.

E ancora. Nella sua fragilità, la scultura esprime anche la fragilità del suo soggetto, il grado in cui tutti gli ecosistemi esistono in un delicato equilibrio, che deve – per la nostra e la loro salute – essere rispettato, mantenuto e nutrito. Questo è il profondo messaggio di fondo di quest’opera d’arte, che ricorda e ispira tutti noi a trattare l’acqua e la sua vita brulicante con il massimo rispetto e onore. Data la bellezza e l’abbondanza di tutto ciò che offre, come possiamo non farlo?

MSC Seashore sarà la sede perfetta per la scultura, che porta il suo messaggio di difesa del mare a migliaia di viaggiatori mentre la nave solca  gli oceani e i mari del pianeta,

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Con un’aggiudicazione da 1.875 euro, Karina Castorani Gosteva ad Art-Rite triplica la stima d’asta

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Lo scorso 12 ottobre, nella serata in cui Salvatore Garau, con quasi 28 mila euro, piazza il top lot e supera il proprio record d’asta, c’è gloria anche per una giovane firma. Karina Castorani Gosteva, una delle artiste italiane più rappresentative della generazione dei millennial, a 4-U new, Asta di arte contemporanea tenuta da Art-Rite a Milano, con “White fire Limpia”, triplica la stima. L’opera, una tecnica mista su dibond, di cm. 60×90,è stata venduta a 1.875 euro (compresi i diritti), a fronte di una stima di 600-800 euro. 

Federico Bianchi, head of department arte moderna e contemporanea dell’auction house milanese aveva dunque visto giusto, quando aveva messo l’opera di Karina come prima del catalogo. Una scelta coraggiosa, quella di Bianchi: collocare una giovane artista in una posizione delicata ed esposta come quella di apripista poteva sembrare un azzardo. Invece i collezionisti hanno dato ragione al capo dipartimento di Art-Rite, ingaggiando una strenua competizione per aggiudicarsi “White fire Limpia”. 

Classe 1989, laureata al Naba (Nuova Accademia di belle arti) di Milano, vincitrice assoluta, due anni fa, della 9a edizione del Premio Ricoh, Karina Castorani Gosteva sarà il prossimo 28 ottobre la protagonista di un evento al Loa, Laboratorio open art di Milano. Il suo lavoro “Music Dust”, sarà premiato dall’Avi, l’Associazione vinile italiana, come la più innovativa opera d’arte visiva ispirata al mondo della musica. 

Karina Castorani Gosteva
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Salvatore Garau, arriva la testa dell’Anguilla di Marte

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L’artista sardo Salvatore Garau, uno dei protagonisti della contemporary art internazionale, ha terminato un’installazione di 7 metri d’altezza e 3 tonnellate di ferro battuto, chiudendo un progetto iniziato 11 anni fa, quando aveva inaugurato a Santa Giusta (in provincia di Oristano), dove è nato, “Anguilla di Marte”, una scultura di 12 metri, che raffigurava appunto la coda del pesce. Ora all’anguilla spunterà la testa, che sarà collocata in un luogo ancora segreto, ma non lontana dal resto del corpo. E’ possibile, comunque, recarsi presso il laboratorio del fabbro Stefano Piga e vedere alcuni dettagli dell’opera tanto attesa.

La nuova scultura è stata realizzata in due parti che stanno per essere smaltate e saldate. Raffigura una bocca aperta che addenta due teste elleniche del II secolo avanti Cristo, perfette copie del Satiro scoperto sotto la laguna sarda durante gli scavi diretti nel 2009 da Del Vais e Sanna.  «La testa dell’anguilla ha vagato per 11 anni sotto una terra ricca di storia e civiltà», racconta il Maestro sardo, «adesso spunta nervosa, tenendo tra i denti tracce del nostro passato, quasi a voler metterci in faccia chi siamo stati e a ricordarci da dove veniamo: La nostra è stata terra di commercio, di ricchezza e di incontro di tanti popoli».

Garau aveva deciso di realizzare la testa solo quando, tre anni fa, si era trovato di fronte alla ceramica del Giovane Satiro. In quel momento è nata l’idea e il desiderio di realizzare la scultura, dandogli non solo un senso che rispetta il genius-loci, ma anche aprendo l’opera a una lettura che si presta a nuove interpretazioni. 

Conclude Garau: «l’Anguilla di Marte è un’opera che ha il compito di rammentarci che dimenticare le nostre origini è un’offesa al nostro presente che sta già diventando futuro».

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Cuoio di toscana debutta alla Milano design week 2021 con la consolle “Love”

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 “Amore è scegliersi a scatola chiusa, avvolti da un alone di mistero. Amore è un fedele custode di sogni condivisi, un contenitore di possibilità.”  Cuoio di Toscana, il Consorzio leader assoluto del cuoio di qualità Made in Italy, annuncia la sua partecipazione alla Milano Design Week 2021 con 2 appuntamenti esclusivi che lo vedranno protagonista dal prossimo 5 al 9 settembre. Il Consorzio presenterà presso il Flagship Store Lavazza di Piazza San Fedele 2 a Milano il prossimo 8 settembre un’installazione dell’architetto Fabio Novembre. L’opera è un ideale totem all’amore per il pianeta composto da quattro consolle “Love” disegnate da Novembre per Driade, interamente rivestite in cuoio con i colori delle quattro stagioni. Una nuova prova di versatilità e creatività che continua a dar luce a collaborazioni esclusive sempre nel segno dell’eccellenza artigianale e della cura estetica. È da questi valori, uniti all’altrettanta eccellenza nel campo del design di Driade – dal 2013 parte di ItalianCreationGroup – che nasce un oggetto d’arredo esclusivo per una versione unica nel suo genere e completamente in cuoio. Un progetto che trova le sue radici anche nel concetto stesso di Love/Amore, quello che dà il nome alla consolle, e che diviene un simbolo di affetto, unione, empatia. La consolle Love diventa così un contenitore di amore, rivestito in uno dei materiali più eleganti e pregiati. “Questa collaborazione è il frutto di un incontro naturale tra due eccellenze italiane: Il design e l’artigianato. Siamo partiti dal logo di Cuoio di Toscana, un cuore, e abbiamo creato un vero e proprio manifesto d’amore rivestendo la consolle Love interamente in cuoio.”, commenta Fabio Novembre, direttore artistico di Driade. Una collaborazione quella con Fabio Novembre e Driade che vuole portare l’attenzione anche sul tema della sostenibilità e tutti quegli standard qualitativi ed etici del Consorzio che da sempre sono protagonisti delle sue produzioni. Un impegno già sottolineato attraverso il Sustanaibility Statement con il quale Cuoio di Toscana ha ufficializzato e definito le best practices di sostenibilità delle aziende consorziate, mettendo in luce, in primo luogo, che il cuoio è una risorsa 100% naturale, rinnovabile e di recupero, ossia recuperato da scarti dell’industria alimentare altrimenti destinati allo smaltimento, e trasformato in un materiale di qualità.

 Welfare e tracciabilità sono infatti priorità per Cuoio di Toscana, che impone che il pellame provenga da allevamenti non intensivi e che i metodi di macellazione siano cruelty free. Centrali nella visione di Cuoio di Toscana sono anche i concetti di inclusività e diversità, che divengono oggetto del claim della collaborazione sotto il nome di «No Boundaries». Il concetto di abbattimento dei confini sottolinea come anche un oggetto cult e parte dell’heritage di Driade, quale è la consolle “Love”, si sia arricchita dotandosi di una nuova pelle, quella del cuoio, dimostrando di avere eliminato i limiti di applicazione del materiale e aprendosi a nuovi contesti e mercati. L’esclusiva collaborazione sarà presente anche a HOMI, il più importante appuntamento dedicato agli oggetti e complementi di interior design, in scena dal 5 all’8 settembre.

 Cuoio di Toscana esprime l’eccellenza di un cuoio da suola unico, ottenuto con concia lenta al vegetale, un processo antico basato sull’utilizzo di tannini naturali ricavati dal legno di castagno, mimosa e quebracho. Il marchio nasce con l’obiettivo di farsi portavoce nel mondo di uno dei distretti leader della concia, le aziende che fanno parte del brand sono tutte in provincia di Pisa tra Santa Croce sull’Arno (Bonistalli e Stefanelli Spa) e San Miniato, località Ponte a Egola (Gruppo Conciario CMC International Spa, Conceria Gi-Elle-Emme Spa, Cuoificio Otello, Lamonti Cuoio Spa, Conceria 3S Srl e Volpi Concerie Srl.)

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Emanuela Montorro, e il progetto “Love life”

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Di Enrica Governi

Nata nel 1977 Emanuela comincia a dipingere fin dalla tenera età, 5 anni. E’ autodidatta, appassionata del proprio lavoro, e dopo le prime esperienze sceglie la pittura ad olio prediligendo la figura femminile.

Negli anni consolida la sua tecnica, continuando a dare rilievo a emozioni riflesse su corpi e volti delle donne, ricevendo molti consensi da parte di galleristi ed esperti d’arte, ed è così che cominciano ad arrivare ordini da collezionisti, esperti d’arte e privati.

Molti anni dopo, al seguito dell’attentato di Manchester del 2017 rimane particolarmente colpita e decide di ritrarre le donne piangenti, utilizzando un colore scuro, cupo ed incisivo, arricchito da un dettaglio in più: veri bossoli sparati direttamente da lei, con regolare porto d’armi, e applicati poi sulle tele.

Dopo un po’ di tempo Emanuela riporta il colore nelle sue opere, aggiungendo resina mista a colori ad olio e in più crea una nuova collezione all’acqua.

Nel 2019 espone le sue opere a Palazzo Zenobio durante la 58 esima Biennale di Venezia e a Milano durante la Biennale curata dal critico Vittorio Sgarbi e a SCOPE International Contemporary art Show a Miami Beach in Florida (USA) durante Art Basel 2019.

Nel 2020 è stata aperta un’esposizione a Londra presso la Fitzrovia Gallery con il suo progetto Love for life, dove si sono potute ammirare per la prima volta decolletè dipinte a mano in una performance live, con la presenza di altri artisti di rilievo internazionale, per poi proseguire a Dubai (UAE) durante la Emirates Art Connection e ad Abu Dhabi (UAE) all’Art Hub. 

Per saperne di più leggete l’intervista:

Ciao Emanuela, parlami di “The street art directory” a Londra, a cui parteciperai, quali prospettive future?
The Street Art Directory è un’associazione Londinese che censisce e certifica gli Street Artist in Londra e, nello specifico, nel quartiere Street Art per eccellenza che è Brick Lane.
Dopo aver iniziato le mie attività nel quartiere lo scorso anno, ed essere stata riconosciuta, con mio grande piacere, come “Artista Ufficiale” della zona, le prospettive future sono quelle di continuare a lasciare il mio contributo alla città londinese e, pian piano, espanderla anche in altre città europee.

Sei un’artista ormai affermata, quale la mostra o l’evento che ti ha dato piu’ soddisfazione negli anni, e quale a cui vorresti ancora partecipare?

L’evento che mi ha dato più soddisfazione in assoluto è la partecipazione a SCOPE di Miami (USA) durante ArtBasel 2019. E’ stato per me un’emozione senza paragoni poter esporre le mie opere oltre oceano. Lo è stato anche per la Biennale di Milano con Sgarbi o la Biennale di Venezia, ma andare negli Stati Uniti e accogliere critiche positive e complimenti, mi ha gratificato e dato la spinta e l’energia per spingere sempre di più. Un energia che è stata necessaria per affrontare il 2020 con tutte le sue difficoltà.

Sei specializzata in volti di donne, ma da qualche anno si sono viste anche decolletè e giubbini jeans dipinti…hai messo un piede nel fashion? Quale il prossimo step?

Più che un piede nel fashion, la tela non mi bastava più… e così ho cercato nuovi supporti su cui dipingere e ho trovato nelle decolletè il supporto perfetto per realizzare opere d’arte indossabili che portino non solo gratificazione al collezionista, ma anche a chi ha la possibilità di indossarle e sentirsi al meglio di se’ grazie alla carica energetica con cui le realizzo. Credo molto in questo progetto e mi ci sto dedicando con tuta me stessa. Sto organizzando una comunicazione mirata e un evento esclusivo per il lancio di questo progetto. E ovviamente sarai invitata per saperne di più.

Cosa ti piace di piu’del tuo lavoro e cosa ti da’ valore aggiunto?

La cosa che amo di più del mio lavoro è la possibilità di regalare emozioni alle persone che si innamorano delle mie opere. E’ bello vedere che le mie creazioni sono in grado di toccare l’anima delle persone e suscitare sentimenti e vibrazioni positive.
Non saprei dirti cosa da valore aggiunto alle mie opere, posso dirti che le faccio con il cuore e che provo una forte emozione nel realizzarle. Sono opere emozionali e sincere. Cerco di puntare al cuore delle persone per farle stare bene.

Si parla tanto di sostenibilità. In cosa il tuo lavoro è sostenibile?

Sono molto attenta alla salute e all’ambiente. Per contribuire al rispetto dell’ambiente cerco sempre di non avere sprechi di materiale o eccessi di prodotti che possano inquinare.
Penso di non aver mai buttato una tela in vita mia… anche quando un’ opera non mi gratifica, piuttosto viene rielaborata o ricoperta per dare nuova vita a un’altra. Non uso solventi o diluenti e a parte i colori a olio che uso in maniera molto poco materica e senza aggiunta di olii, per il resto uso tinte all’acqua affinché anche nell’uso quotidiano, il mio lavoro non sia un contributo all’inquinamento.
In parallelo, assieme a mio marito, ci divertiamo a realizzare complementi d’arredo di design utilizzando materiali di recupero, in modo da trasformare ciò che viene buttato in qualcosa di bello e utile,  che abbia l’opportunità di far felice qualcuno piuttosto che inquinare il pianeta.

Progetti futuri?

Sicuramente il mio progetto “Love for Life” è quello su cui sto puntando maggiormente, oltre che a consolidare e affermare il mio nome all’estero.
A dicembre 2020 abbiamo aperto una Galleria d’Arte a Londra , Secret Art Gallery, 28, Cheshire Street, Brick Lane E2 6EK, London,  e sicuramente ci concentreremo sul farla crescere per dare l’opportunità a nuovi e giovani talenti di trovare la loro strada cercando di semplificare le difficoltà che ho incontrato io in passato e permettendo agli artisti di dire la loro e portare il loro messaggio al mondo.

Se non ci aiutiamo tra noi artisti… siamo una grande famiglia e tutti ci meritiamo di essere felici!

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Garau rinnova l’Archivio per tutelare il mercato

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Il successo planetario delle sue sculture immateriali ha rivitalizzato il mercato di Salvatore Garau, portandolo ai vertici degli interessi dell’art community. Ricordiamo che, lo scorso maggio, “Io sono”, scultura immateriale collocabile in un’ambiente coperto, all’interno di una superficie di circa un metro quadrato, è stata aggiudicata ad Art-Rite Auction di Milano per 15.000 euro (compresi i diritti d’asta). La scultura immateriale partiva da euro 6.000 di base d’asta. Dopo una strenua battaglia tra collezionisti, è stata aggiudicata al doppio. 

La stampa internazionale, di settore e non, si è buttata sulla notizia tanto che, probabilmente, Salvatore Garau è l’artista più menzionato dai media nell’ultimo mese. Di fronte a una rivitalizzazione così clamorosa di un artista, è logico che cresca il pericolo di falsi. Garau aveva già costituito un Archivio nel 2013, e ora questo è stato rinnovato, proprio in occasione della battuta d’asta (vedi qui). 

Ricordiamo che le leggi, sia internazionali sia italiane, consentono la circolazione di un quadro nei circuiti professionali soltanto se provvisto delle dovute certificazioni. Per restare in Italia, il decreto 1062 del 25 gennaio 1971, articolo 2, recita: “Chiunque esercita una delle attività previste dall’articolo 1 (n.d.r, operatori del mercato dell’arte) deve mettere a disposizione dell’acquirente gli attestati di autenticità e di provenienza delle opere e degli oggetti ivi indicati, che comunque si trovino nell’esercizio o nell’esposizione. All’atto della vendita, il titolare dell’impresa o l’organizzatore dell’esposizione è tenuto a rilasciare all’acquirente copia fotografica dell’opera o dell’oggetto con retroscritta dichiarazione di autenticità e indicazione della provenienza recante la sua firma”. 

Da parte sua, l’articolo 64 codice beni culturali cdlgs42/2004, afferma: “Chiunque eserciti l’attività di vendita al pubblico, di esposizione a fine di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura e di grafica […] o chiunque venda le opere o gli oggetti medesimi, ha l’obbligo di consegnare all’acquirente la documentazione attestante l’autenticità o, almeno, la probabile attribuzione e la provenienza”. In sintesi, quando esiste un Archivio ufficiale, gli intermediari professionali hanno l’obbligo di fornire la relativa documentazione. 

In foto, dettaglio del certificato di autenticità che accompagna l’opera

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