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Damiani apre una seasonal boutique al “Cala di Volpe” in Costa Smeralda

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Le creazioni Damiani potranno essere ammirate dai molti appassionati di gioielleria, artigianalità, e lusso anche nella nuova boutique stagionale all’interno del luxury collection hotel Cala di Volpe disegnato dall’architetto francese Jacques Couelle che sorge in una meravigliosa baia della Costa Smeralda, meta del jet-set internazionale.
La boutique è posizionata nell’area principale dell’hotel, accanto ad altri brand noti. I cultori ed amanti della gioielleria d’alta gamma scopriranno le collezioni iconiche e i pezzi unici della Maison, e saranno accolti da personale di vendita altamente qualificato. Tra queste la trendy collezione D.Icon, l’iconica Belle Époque, la moderna Margherita e la femminile Mimosa, non ultimi i ricercatissimi solitari Minou, la collezione Bridal ed anche i Masterpiece.
I gioielli Damiani sono opere uniche, create a mano da esperti maestri orafi valenzani, che si caratterizzano per il design esclusivo, la grande attenzione ai dettagli e l’eccellente qualità delle gemme. Amato dalle grandi star ma anche dalle nuove generazioni da celebrity internazionali, la griffe, con la sua storia centenaria, continua a suscitare emozioni e ad affascinare lo sguardo.
Le creazioni Damiani sono anche presenti nella cittadina di Porto Cervo, all’interno della seasonal boutique lungo La Passeggiata di Porto Cervo e presso la Boutique Rocca in Piazza degli Archi.

Il Gruppo Damiani, capitanata da Guido Damiani Presidente, continua con successo la propria espansione nelle località piu’ prestigiose in Italia e nel mondo.

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“Phygital sustainability expo®” sfilata top di griffe del fashion e del design legate alla sostenibilità  

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Roma, Mercati di Traiano dall’11 al 12 Luglio 2022, uno dei siti archeologici più importanti al mondo risalente al 113 A.D., sarà protagonista della terza edizione del “Phygital Sustainability Expo®”,  due giorni all’insegna della sostenibilità nel design e nella moda. 

Presenziano grandi brand che hanno abbracciato la filosofia green, startup fashion-tech innovative che utilizzano la tecnologia per far del bene all’ambiente, Presidenti di multinazionali e istituzioni che si confrontano in interessanti panel sulla sostenibilità con 70 brand, 56 espositori, 75 relatori, 16 multinazionali. Phygital Sustainability Expo®, ideato e realizzato dalla Sustainable Fashion Innovation Society – è nato anni fa per valorizzare i nuovi brand votati a criteri di sostenibilità e a supportare i brand tradizionali nella loro trasformazione di filiera verso una produzione che rispetti il Pianeta. Lo scopo principale è esaltare realtà che hanno attenzione per la  sostenibilità appunto e anche porre l’attenzione verso la tematica ESG (Environmental, Social and Governance) con la presenza brand, buyers, di stakeholders, PMI italiane ed internazionali, multinazionali, start-up fashion-tech, creativi, tecnologi, media e consumatori. L’evento è sotto il partenariato di RAI.

E’ un format ad alto tasso culturale, la cui manifestazione comprende numerose attività, tra cui:

  • La Sfilata Narrata®, è il celebre copyright di Sustainable Fashion Innovation Society, che vede, all’imbrunire, la musica avvolgere i Mercati Traianei e la voce narrante fuori campo della famosa doppiatrice Alessandra Korompay descrivere le innovazioni tecnologiche e sostenibili di ogni abito che sfila sul panorama mozzafiato dei Fori Imperiali.

La direzione artistica è affidata a Stefano Trespidi, Vicedirettore Artistico della Fondazione Arena di Verona

  • L’esposizione Museale, si snoda sulla millenaria via Biberatica dei Mercati di Traiano, che per l’occasione sarà allestita dalle diverse aziende per esporre i loro prodotti ecosostenibili, spiegarne le caratteristiche e i punti di forza. Qui si troveranno brand accomunati dallo stesso fil rouge, il fashion-tech e il rispetto per l’ambiente, divisi per aree tematiche e per Sustainable Development Goals (SDG) dell’Agenda ONU 2030: Eco Fashion, Save The Ocean, Vegan Leathers, Sustainable Ecommerce, Circular Fashion & Luxury Upcycle, Fashion Tech, Ethical Fashion e World Prèmiere.  

Tra le nuove realtà fashion-tech create da giovani con idee brillanti ricordiamo Verabuccia, che utilizza la buccia di ananas per la produzione dei loro capi d’abbigliamento e accessori o ancora Felipe Fiallo famoso per le sue scarpe “viventi” realizzate con alghe, funghi e cristalli di sale, che vedremo crescere in un acquario nei due giorni dell’Expo. La multinazionale Radici Group presenterà la sua prima tuta da sci “circolare” realizzata in RENYCLE, un filato brevettato che deriva dal riciclo della poliammide (nylon), il quale consente risparmi significativi in termini di impiego di energia, di emissioni di CO2 e di consumo di acqua. Si tratta dunque del primo completo da sci veramente sostenibile perché riciclabile al 100% nella sua interezza, compreso la zip, i bottoni e l’imbottitura.  Il brand Matilde Jewellery creato da Matilde Mourinho, figlia del famoso allenatore di calcio, produce gioielli esclusivamente con diamanti coltivati in laboratorio e oro riciclato al 100%, mentre la B Corp Ogyre, partner di Prada/Lunarossa, crea giacche, bikini e altri articoli  prodotti dal riciclo dei rifiuti negli oceani. Accanto a brand giovani troviamo realtà già molto note e consolidate come Diadora, Carpisa, Yamamay e Albini Group– che presenterà Biofusion, il primo cotone biologico scientificamente tracciabile grazie alla tecnologia deep e ai canali blockchain sviluppati dall’azienda stessa. L’esposizione museale sarà corredata dalle meravigliose essenze arboree fornite da Horticultural, per condurre il visitatore in un percorso didattico in base alla fibra tessile di riferimento.

  • L’esperienza immersiva; grazie a Hevolus Innovation, l’esposizione sarà accompagnata da una componente di deep technology: gli occhiali HoloLens che daranno la possibilità agli ospiti di acquisire informazioni chiave sull’aspetto catastrofico dell’acquisto compulsivo del fast fashion.
  • Green Confidential® è la sessione conferenze dal titolo BOOST OR LOST IN TRANSITION?, che vede annualmente importanti aziende multinazionali, ma anche PMI, annunciare la loro green disruption; mentre i relatori istituzionali, CEO e Presidenti, raccontano come le rispettive realtà stanno affrontando la transizione ecologica per il bene del Paese.

Un panel ricco di figure di spicco del mondo della moda tra cui ricordiamo: il Presidente di Sistema Moda Italia Sergio Tamborini, che presenterà RETEX.GREEN il consorzio dei produttori per la gestione ottimizzata dei rifiuti della moda che anticipa le decisioni normative sul tema della responsabilità estesa del produttore e rappresenta il più autorevole presidio per la circolarità di tutti i segmenti dell’intera filiera (tessile, abbigliamento, calzature, e pelletteria) nell’ottica di una proattiva sostenibilità.

Oltre a lui è presente un’eccezionale rosa di relatori che fanno del made in Italy il nostro fiore all’occhiello, nonché il secondo posto del PIL del Paese. il Presidente e CEO di Automobili Lamborghini SpA Stephan Winkelmann, che presenterà la Roadmap alla Sostenibilità dell’azienda di Sant’Agata Bolognese; Susanna Galli, CSO di Diadora, che presenterà la MIBASKET ROW CUT 2030, la scarpache segue una filiera produttiva ecosostenibile, combinando poliestere riciclato con scarti dell’industria vitivinicoli.  I temi dell’etica saranno affrontati dalla Presidente della Global Fashion Agenda di Copenaghen Federica Marchionni .

Non manca un focus su Moda e Politica, con interventi istituzionali di rilievo, tra cui quello del Viceministro del MISE Gilberto Pichetto Fratin con Delega di Stato alla Moda, del Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli- secondo firmatario della Mozione Parlamentare sulla Moda Sostenibile; del Ministro Cingolani molto attivo nella filiera della moda circolare.

Il palco del Phygital Sustaianbility Expo, infine, è stato scelto per la presentazione della nuovissima Direzione rai per la sostenibilita’ ESG a cura del Direttore Roberto Natale;

  • Call per start-up fashion-tech: Sustainable Fashion Innovation Society da vita al premio “I.V. Award Phygital Sustainability EXPO”, in partnership con Innovation Village. Una sezione interamente dedicata all’innovazione in ambito moda, fashion e design, che chiama a raccolta startup e innovatori che vogliano fare proposte per rendere la filiera più sostenibile. Le 6 migliori startup, che avranno già passato una prima selezione, avranno l’opportunità di illustreranno i loro pitch da palco del Phygital Sustainability Expo.  

Valeria Mangani, Direttrice Artistica della manifestazione, curatrice del format e Presidente di Sustainable Fashion Innovation Society, Associazione senza scopo di lucro organizzatrice dell’evento, ha così commentato il grande fermento generato dall’evento:L’intento del Phygital Sustainability Expo è quello di sensibilizzare il consumatore e aiutare le aziende verso lo sviluppo di una moda sostenibile, sempre più consapevole e necessaria. Sono davvero entusiasta di vedere come sempre più aziende stiano abbracciando questa tematica e scelgano noi per presentare le loro innovazioni sostenibili, siano esse di prodotto che di produzione. Il Phygital Sustainability Expo è un format unificante per il settore moda (da sempre frammentato in competizioni e campanilismi); qui brand e manifatturieri espongono e sfilano insieme, contaminandosi e creando forti network che porteranno ad un nuovo Rinascimento del made in Italy: un Umanesimo green e inclusivo”.

Phygital Sustainability Expo® si svolge con il sostegno del Comune di Roma Capitale, sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e gode dei patrocini del Senato, della Camera dei Deputati, del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero della Cultura, del Ministero della Giustizia, del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, del Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, del Ministero per la Pubblica Amministrazione,  del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’ENEA, del World Food Programme Italia, di SDA Bocconi-Monitor for Circular Fashion, dell’ASVIS – Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, , Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, LUISS Business School, Legambiente.

La realizzazione di questo importante progetto è stata resa possibile anche grazie al supporto di:

beIT – progetto lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), ITA – Italian Trade Agency, CNA Federmoda, Enel X.

Food & Beverage partners:

Casale del Giglio (wine partner), Acqua Fiuggi (main water partner) , Assaggi Italiani (con i migliori vitigni e prodotti alimentari biologici Italiani.) Mi’ndujo (Food & organic beer partner), PIWI (Bio wine partner), 

Steccolecco (Ice cream partner con gelati “brandizzati” con logo delPhygital Sustainability Expo).

La Sustainable Fashion Innovation Society è la più grande community europea di brand ecosostenibili, con oltre 2.000 aziende di moda e design iscritte ufficialmente gratuitamente. La Sustainable Fashion Innovation Society è una centrale di produzione di conoscenze sui temi legati alla Sostenibilità, proponendosi quale interlocutore privilegiatodella Pubblica Amministrazione, degli Amministratori locali, dell’industria, della finanza dedicata e dei diversi attori operanti sul mercato di riferimento. La Sustainable Fashion Innovation Society è un’Associazione senza scopo di lucro, con un prestigioso Comitato Scientifico e un team multidisciplinare di esperti. Da anni raccoglie le aziende sostenibili in un’unica piattaforma di network internazionale e soprattutto fornisce sostegno alle aziende che vogliono diventare sostenibili, promuovendo i precetti ESG e fornendo una serie di servizi gratuiti che mensilmente vengono messi a disposizione dai nostri partner (Ferrovie dello Stato Italiane, ENEL X, Ernst Young, CNA Federmoda, ASVIS, Monitor for Circular Fashion by SDA Bocconi, ecc). La Sustainable Fashion Innovation Society promuove campagne di consapevolizzazione consumatori sull’acquisto eticamente sostenibile; ed inoltre ha sviluppato negli anni il più grande database di manifatturieri ecosostenibili ad uso esclusivo dei brand iscritti.

ELENCO PARTECIPANTI                                                                        ECO FASHION Opera Campi,  Ecoolska, Christine Bi Emsibeth Gala Gloves Gorilla Socks Fusioni Mokaite Zodhiac Bottega Bernard Ostentation Be Green Tannery Reserved (PL)   SAVE THE OCEAN Yamamay Ogyre Yarden Mitrani Genny Spadea   VEGAN LEATHERS Anema Bags Desserto Ohoskin Verabuccia Sqim Sorry I’m Different Bianca d’Ottobre Wiman     CLOTHING PARTNER Jonas Clothing per le divise delle hostess  SUSTAINABLE COMMUNITY Renoon                                                                      Staiy Associazione Tessile e Salute CNA Federmoda Lega Anti Vivisezione Paih   CIRCULAR FASHION Ripalta Daniello Emuleos She Side V°73 Fibre International   FASHION TECH Radici Group Albini Group Leonardo Giuliani Design Felipe Fiallo Livrea Movement Matilde Jewellery Spiber   ETHICAL FASHION Made in Carcere Officine di Talenti Preziosi   LUXURY UPCYCLE Diadora Sottosopra Bags Zoom Bags                                                                   
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Pellegrini Spa chiude un 2021 da record il fatturato sfiora quota 20 milioni grazie al boom dello champagne

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Pellegrini Spa, azienda bergamasca attiva dal 1904 che importa da tutto il mondo e distribuisce (da ogni regione italiana) vini e distillati (lo scorso anno ha visto un’estate di ripresa per il canale Horeca) chiude un 2021 con il “botto” registrando numeri in crescita sia in termini di fatturato che di nuovi inserimenti a catalogo. Dopo un 2020 che ha registrato una flessione del 28%, l’azienda di Cisano Bergamasco ha recuperato con un +58% rispetto al 2020 che ha spinto il fatturato a 19,8 milioni di euro. La crescita del 2021 supera del 29% anche l’ultimo dato pre pandemia.

La crescita è stata trainata da una vera e propria impennata nelle vendite di spumanti e champagne, anche per questo Pellegrini ha scelto di proporre nuove etichette inserendo a catalogo produttori in linea con la filosofia che lo contraddistingue da sempre, la ricerca costante di prodotti d’eccellenza.

Pietro Pellegrini, oggi Presidente e Direttore commerciale di Pellegrini Spa,ha studiato alla Scuola Enologica di Alba (Cn), è un esperto,  e conosce a fondo questo mondo che va dalla vigna alla tavola.

Un’azienda con una competenza secolare, attraverso la quale si è sviluppato un solido rapporto di partnership con le case vinicole, con il valore aggiunto dell’essere anche produttori: dagli inizi degli anni ’60 infatti la famiglia Pellegrini conduce la Fattoria di Petrognano, a Montelupo Fiorentino (Fi) azienda vinicola dalla forte connotazione toscana.

Per saperne di più abbiamo intervistato Pietro Pellegrini.

Nel 2021 in piena pandemia avete raggiunto un fatturato record che sfiora quota 20 milioni grazie al boom dello champagne. Come si spiega, è proprio il caso di dirlo, questo “exploit”?

L’exploit delle vendite di Champagne e, aggiungo, di tutti i cosiddetti “fine wines”, è sicuramente uno dei segnali più forti della voglia di ripartire dopo il periodo buio causato dalla pandemia. Certamente aiutato da una maggiore propensione alla spesa, almeno per tutti coloro che nei mesi precedenti avevano di fatto risparmiato, con particolare riferimento alle cose che possono soddisfare quei  piaceri negati per troppo tempo. Tra i quali un’ottima bottiglia, non più da soli o quasi, ma spinti dal desiderio della condivisione, grazie ad una ritrovata convivialità. Vorrei sperare però che il nostro exploit del 2021 sia anche dovuto alla selezione dei prodotti distribuiti, risultato di tanti anni di lavoro appassionato.

Quali sono i criteri e le tipicità che deve avere un’azienda vitivinicola per essere distribuita da voi?

Deve principalmente essere un vero progetto “agricolo”, fortemente identitario del territorio di produzione e con uno stile preciso ed identificabile. Il nostro obiettivo non sono i grandi volumi ma la grande qualità. Non seguiamo le tendenze o le mode, presenti anche nel mondo del vino, ma progetti veri e che soprattutto credano fortemente nella “distrubuzione”, rappresentata per loro dalla nostra azienda come unico partner commerciale per il mercato nazionale.  

Che valore aggiunto da’ essere proprietari e condurre un’azienda vinicola importante anche per dimensioni come la Fattoria di Petrognano, in Toscana? Le etichette dei vostri vini sono in catalogo?

Petrognano fu acquistata da mio nonno nel 1963. Da allora il mondo del vino ha subito cambiamenti enormi, in linea con quanto è successo dagli anni del boom economico in poi. Ho studiato enologia ad Alba e, iniziando ad occuparmi dell’azienda della famiglia negli anni 80, ho vissuto tutti i momenti che hanno portato il vino dall’essere semplicemente bianco o rosso e onnipresente su tutte le tavole italiane a quello che invece è e rappresenta oggi. Essere enologo e produttore di vino di qualità a Petrognano in Chianti significa potersi mettere sullo stesso piano degli altri produttori distribuiti, parlare la loro stessa lingua, vivere e capire i loro medesimi problemi. Ovviamente, Petrognano è una delle aziende distribuite da Pellegrini sul territorio nazionale. 

Si parla tanto di Customer Relationship Management cioe’ del potere del cliente al centro, cosa fate voi n questo senso?

Facciamo quanto è nelle nostre possibilità, chiedendo il massimo a tutti coloro che lavorano in azienda e a tutta la rete commerciale, costituita da 6 capi-area e da circa 150 tra agenti e sub-agenti in Italia. Vorrei però aggiungere quanto per noi sia sempre stato molto importante il rapporto a monte, con tutti i produttori distribuiti. Troppo spesso si pensa solo al “cliente” preoccupandosi troppo poco del “fornitore”.

Vendete i vostri vini anche online? E se si, sono gli stessi che vendete normalmente su catalogo o di altro tipo?

Non abbiamo e-shop aziendale. E’ una scelta voluta, che vuole difendere il ruolo dei nostri clienti, in particolare di quelli che operano principalmente con portali di vendite online.

Champagne a parte, quali etichette di vini e distillati sono preferiti in genere più di altri? Hanno piu’ successo i rossi o i bianchi?

Negli ultimi anni abbiamo notato una crescita dei vini bianchi rispetto ai rossi, che in precedenza rappresentavano la maggior parte delle vendite soprattutto nella fascia più alta di prezzo. Un pò perché oggi anche in Italia si producono grandi vini bianchi e poi perché sono cambiate le  abitudini degli italiani rispetto al cibo. Nei vini rossi sono più apprezzati la finezza, l’eleganza e l’equilibrio rispetto alla concentrazione e alla struttura. Per quanto riguarda i distillati mi sembra di percepire un ritorno al classico, ai grandi distillati di vino e anche ai grandi whisky, pur mantenendo una quota importante tutto il mondo dei rum.

La vendita dei vini è legata a un fatto “stagionale”?

Sicuramente la stagionalità ha una certa influenza. Ad esempio i vini rosati sono ancora fortemente legati al consumo estivo. Se però ci riferiamo in particolare allo Champagne e ai vini spumanti, le vendite, che erano principalmente legate alla regalistica di fine anno e ai momenti di festa, oggi coprono tutto l’arco dell’anno, senza influenza stagionale alcuna.

Si parla tanto di sostenibilita’ in tutti i campi, voi come azienda la osservate nel condurre la vostra azienda? E se sì in quale modo?

Abbiamo da diversi anni produzione di energia pulita grazie a due impianti fotovoltaici totalmente integrati sulle coperture dell’azienda. La quasi totalità delle aziende a catalogo utilizza criteri di coltivazione totalmente rispettosi dell’ambiente e dell’ecosistema. Cerchiamo anche di dare consigli ai produttori distribuiti che vadano nella direzione della sostenibilità, ad esempio con l’utilizzo di vetri e imballi meno pesanti, consentendo così risparmi energetici nelle fasi di trasporto e stoccaggio.

Da molto tempo da grossisti siete diventati distributori e questo ha allargato notevolmente i vostri orizzonti. Che criteri usate per selezionare vini e distillati che nascono in aziende estere così tanto lontane da voi sul territorio? Come fate ad essere sicuri dell’eccellenza del prodotto? Le aziende sono tutte certificate?

I criteri di selezione delle aziende estere non sono diversi da quelle nazionali. Ancora una volta si tratta di progetti agricoli fortemente identitari dei diversi territori di produzione. Quasi tutte le aziende estere a catalogo, con esclusione di poche e molto lontane, sono state visitate e conosciute, sia a livello di vigna che di cantina, condividendone i progetti, nel medio e lungo termine. La maggior parte delle aziende distribuite hanno la certficazione biologica per la parte agricola e molte anche per la parte produttiva di cantina. Diverse sono certificate biologico-dinamiche ed altre ancora hanno certificazioni legate ai diversi stati di appartenenza.   

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Moda e lusso, con Ulisse stop agli sprechi di spazi

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A pochi giorni dalla presentazione del Crowdfunding avvenuta il 5 luglio, in presenza, nella sede della Società Geografica Italiana a Villa Celimontana, a Roma, Ulisse ha quasi raggiunto, in coming soon, l’obiettivo minimo di investimento.

Di cosa si tratta? E’ la nuova soluzione per raccogliere, analizzare e interpretare i dati che rivoluziona e trasforma il mondo della vendita al dettaglio nell’ambito della moda. Ulisse è un prodotto di proprietà di Lanp srl, startup innovativa fondata da Luca Nestola e Alberto Villa, con DNA italiano, una composizione internazionale e con sedi in Asia e in America Latina.

Aiutiamo le aziende a comprendere e influenzare la relazione tra lo spazio del negozio e il visitatore, grazie a dispositivi a bassa potenza computazionale e algoritmi di intelligenza artificiale”. afferma Luca Nestola.

Democratising the physical space analytics” è il concetto sul quale si basa la filosofia di Ulisse e dei suoi fondatori.

L’azienda con il DNA italiano ma di composizione internazionale, ha ottenuto in pochi giorni un ottimo risultato sulla piattaforma Backtowork24. Ulisse ha sedi, oltre che in Italia, anche in Messico per lo sviluppo tecnologico, e in South Korea e Singapore per lo sviluppo commerciale.

In un’epoca in cui le analisi e i dati sono di sostanziale importanza per lo sviluppo dei mercati, e sempre più spesso i decisionmaker della filiera Retail necessitano di informazioni, analisi e dati per guidare le scelte, il flusso delle vendite e per costruire il business in base alle caratteristiche degli utenti, nel più breve tempo possibile, Ulisse diventa la chiave del futuro.

Entro il 2025 la metà dei dati mondiali saranno dati IoT. Oltre il 25% saranno dati in tempo reale (studio IDC ‘Worldwide Internet of Things Forecast, 2020-2025’).

Oggi la tecnologia utilizzata per capire gli spazi fisici è basata su telecamere, più o meno intelligenti, che servono a riconoscere flussi di persone e trasformarli in dati. La quantità di telecamere per coprire un’area più o meno vasta è enorme e comporta problemi di privacy, tanto Hardware, cablaggi, complessità di installazione, costi e anche tempi troppo elevati, ecco perché Ulisse diventa la prima soluzione integrata IoT di Physical Space intelligence no-camera che consente di distribuire Analytics in real time.

Grazie alla combinazione modulare di visione e radar permette di raccogliere e analizzare in real-time dati su flussi e comportamenti dei visitatori, garantendo sicurezza, supportando i processi decisionali e ottimizzando le KPI. Attraverso una piattaforma IoT modulare e integrata composta da hardware, algoritmi e software proprietari, Ulisse effettua avanzate analisi visive dello spazio fisico, in meno di 5 minuti, nel totale rispetto della privacy.
Una tecnologia che ha già avuto successo tra i Retail internazionali come: Bata, Sergio Rossi, Salvatore Ferragamo, Venchi, Yamamay, Sunglass Hut e Edgars.

Ma Ulisse non si limita solo al Retail, perché in futuro sarà alla base delle SMART CITIES per monitorare le effettive esigenze e i consumi necessari per la popolazione, aiutando a rendere le nostre città più sostenibili. In questa direzione sono stati attivati due progetti pilota a Singapore, per il tracciamento e la sicurezza delle teleferiche e per il monitoraggio degli animali di un Bioparco.

L’operazione di Equity Crowdfunding presentata a Roma, organizzata da The Go To Market Company (partner nella promozione della tecnologia),  si inserisce nel contesto di un aumento di capitale, che servirà a investire in ricerca e sviluppo, nuovi algoritmi per nuove applicazioni, marketing e comunicazione, nuove geografie da raggiungere. Ulisse si sta dirigendo verso rotte internazionali e questo sarà un anno decisivo.

Ulisse sembra avere le idee ben chiare sulle sue tappe, Alberto Villa, CFO e Founder, ha spiegato gli obbiettivi futuri:  “Siamo partiti con un Round Seed da Business Angels, rappresentanti di importanti imprenditori e sportivi italiani, che ci ha consentito di sviluppare un Proof Of Concept, nell’anno della pandemia abbiamo portato a mercato il servizio, testandolo con i primi clienti Retail. A inizio 2021 abbiamo lanciato una nuova raccolta tramite SFP e abbiamo scelto di avviare una classica raccolta di Equity Crowdfunding al fine di sviluppare una nuova, rivoluzionaria tecnologia radar. Nel 2022 verrà implementata una nuova versione hardware con un impatto rilevante di riduzione del costo industriale del sensore ed è prevista un’importante scalabilità commerciale con accordi con importanti distributori come Finix SpA e l’innesto di figure chiave. Nel 2022 prevediamo già la chiusura di un Round Series A con Fondi di Venture Capital nell’intorno di una raccolta di USD 10 Mln”.

Proprio nell’ottica della crescita di Ulisse, Valerio Bianchi è stato nominato Chief Revenue Officer (CRO).

“Il segno distintivo delle grandi aziende di software B2B è la capacità di coniugare l’eccellenza del prodotto con un’eccezionale esecuzione di go-to-market”, ha affermato Luca Nestola, Chief Executive Officer.

“La nomina di Valerio Bianchi come CRO e la sua esperienza decennale nel settore, ci consente di costruire una forte forza vendita e prepara l’azienda a sostenere una crescita esponenziale attraverso l’acquisizione di quote di mercato nei prossimi anni”, ha affermato Alberto Villa, Chief Financial Officer.

La campagna di Crowdfunding è appena iniziata e si prospetta di grande successo.

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Four Seasons Hotel Milano riapre dopo la ristrutturazione

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,Nel cuore del quadrilatero della moda, la storica l’hotel ha un nuovo stile metropolitano e cosmopolita.

All’interno dello storico ex convento del XV secolo, ha aperto nel 1993 come il primo hotel Four Seasons nell’Europa continentale ed è divenuto subito un’eccellenza ne campo dell’hotellerie, e ora si svela rinnovato nelle aree comuni, il Ristorante, il Bar e il suggestivo giardino.
Four Seasons Hotel Milano, simbolo della città della moda e del design per eccellenza, ha scelto l’architetto Patricia Urquiola per la sua nuova veste; spagnola di origine, vive e lavora a Milano, città in cui ha studiato sotto la guida del grande maestro del design, Achille Castiglioni. Urquiola porta oggi in hotel una nuova impronta, un nuovo design, la perfetta cornice dell’iconico servizio personalizzato Four Season.
La lobby accoglie gli ospiti con uno spazio che cambia carattere; la scelta dei colori neutri e chiari dialoga con gli affreschi originali dell’ex convento, mentre le pareti si arricchiscono con inserti in bronzo e specchi. La leggerezza dei lampadari e dei punti luce, firmati Cassina, Aggiolight Custom Lamps e Flos, i tessuti e paraventi creano un’atmosfera intima ed elegante, mentre il distintivo soffitto a cassettoni della lobby, rivisitato con una doppia cornice, diventa un dettaglio senza tempo del nuovo Four Seasons. Gli arredi si presentano con pezzi iconici delle collezioni di brand italiani come Cassina, Poliform, Moroso, Poltrona Frau e Stepevi.

Dalla lobby lo spazio conduce al Ristorante Zelo, il nuovo eclettico indirizzo gastronomico di Milano, guidato dall’Executive Chef Fabrizio Borraccino. Il Ristorante Zelo ha una nuova, duplice identità ed offerta, diventando Zelo Bistrot durante il giorno, con tavoli all’interno e all’esterno.

Zelo Bistrot offre un menu ricco di piatti sfiziosi e leggeri, mentre la sera Zelo propone un nuovo menu à la carte e un menu degustazione a sorpresa che lo chef avrà il piacere di presentare ai suoi ospiti. L’offerta è stata completamente rielaborata in base alle esigenze della clientela cosmopolita e lo Chef Borraccino porta sempre più l’italianità nelle sue creazioni, celebrando i piccoli, preziosi produttori locali, fondamentali all’interno della sua filosofia di cucina. La stagionalità e la sostenibilità sono concetti essenziali nella nuova proposta di Zelo, che trasporta gli ospiti in un viaggio sensoriale attraverso l’Italia, celebrando la condivisione delle esperienze.

Apre anche un nuovo spazio, il Bar Stilla, situato all’interno della lobby e all’esterno nello storico rinnovato giardino. Stilla è un invito alla socialità, nel cuore pulsante di Milano, dove i clienti si sentiranno avvolti dall’atmosfera di convivialità e raffinata eleganza. Un luogo dove ritrovarsi ad ogni ora, dal caffè del mattino ad uno snack durante le ore lavorative, all’aperitivo la sera. Alla sinistra della lobby, l’elegante bancone semicircolare detta le linee degli spazi, grazie a poltrone di pelle color cognac e sedili in velluto nonchè divani nelle sfumature del rosso e del verde scuro. La carta degli aperitivi è affidata al noto bar manager Luca Angeli, che sorprende con nuove inedite proposte e cocktail sempre più ricercati, pensati per Milano. Grande enfasi viene dedicata all’artigianalità, come nella lavorazione del ghiaccio per i cocktails e la creazione dell’offerta che spazia dal perfetto Aeropress Americano, al classico Club Sandwich, al miglior Negroni sbagliato. Il menu del Bar Stilla include anche proposte “smart food healthy”, con ingredienti stagionali e sostenibili.

Camino, uno degli angoli più amati dell’hotel, diventa uno spazio polivalente con un angolo cantina per la degustazione di vini pregiati accuratamente selezionati dalla sommelier Lorenza Panzera, in un’atmosfera intima e ugualmente informale grazie alla presenza serale del DJ.

Nel progetto del Four Seasons Hotel Milano ho voluto rinnovare gli spazi con grande rispetto per la storia dell’hotel e un approccio di dialogo con il contesto urbano milanese. Ho tenuto conto dell’affetto dei molti clienti abituali legati all’hotel. La sfida è stata quella di reinterpretare un luogo-statement della città in chiave contemporanea, ponendo, allo stesso tempo, l’accento sul passato e sulle origini del palazzo, di cui rimangono tuttora gli affreschi e il chiostro centrale. Le aree comuni di questo hotel sono luoghi in cui si esprime profondamente la sua personalità, attraverso un linguaggio di colori sobri e forme pure che rimandano all’heritage cinquecentesco, studiando il rapporto fra la luce e gli spazi ed enfatizzando i preziosi affreschi originali, in una chiave contemporanea.” – afferma Patricia Urquiola.

Il giardino all’interno dell’elegante chiostro diventa un’estensione anche del Bar Stilla e del Ristorante Zelo, realizzato dall’esperto architetto paesaggista e agronomo Flavio Pollano – intenditore di “verde verticale”, botanica e progettazione di giardini. Pollano ha rispettato e celebrato la storia delle piante presenti e soprattutto dell’immagine iconica che generazioni di ospiti hanno conservato di questa oasi. Cambia la chiave di lettura dello spazio, che vede l’affermazione della natura rispetto alla geometria e, grazie ad un importante intervento di botanica, alla nascita di un “giardino da vivere e da sentire”.
Il giardino che nasce supera gli schemi del passato e, senza violarne l’anima, privilegia il concetto di spazio in evoluzione, entro il quale diventa bello vivere.” – afferma Flavio Pollano.

Il giardino è anche il luogo dedicato al buon bere e mangiare con il nuovo Crudo Bar che crea l’atmosfera ideale affinché il tempo dell’aperitivo si allunghi nella serata grazie al piacere di gustare le delizie proposte ascoltando la musica del DJ.

Per le opere d’arte infine, sono stati scelti artisti contemporanei che celebrano la storia e il passato dell’hotel con l’impronta del presente e lo sguardo al futuro. Tra questi, Sophie Ko, Matthew Shlian, Vanessa Beecroft, Crow Studio, Joergen Craig Lello & Tobias Arnell, lrene Kung, Massimo Listri e Louise Mertens.

Questo è un nuovo, entusiasmante capitolo per Four Seasons Hotel Milano. Abbiamo lavorato in questi mesi pensando alla città, a come Milano sia la metropoli cosmopolita che il mondo guarda, dove sorgono nuove idee e tendenze. Ri-apriamo il Four Seasons Hotel lieti di dare il bentornato e il benvenuto ai clienti della nostra città e del mondo intero nel luogo iconico più ammirato di Milano.” – così Andrea Obertello, Direttrice di Four Seasons Hotel Milano.

Completata la prima fase di ristrutturazione, Four Seasons Hotel Milano riapre le sue porte e inizia la seconda fase del restyling che coinvolge le camere, le suite e le sale meeting – garantendo ai suoi ospiti l’ineguagliabile servizio ed esperienza firmata Four Seasons.
 

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Salvini inaugura la prima boutique in Corea del Sud

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E’ stato aperto il primo negozio Salvini in Corea del Sud, al piano terra del lussuoso Department store Lotte di Seoul. Fondato nel distretto orafo di Valenza, il noto brand che crea collezioni contemporanee di gioielli per donne e uomini, ha siglato di  recente una joint venture con il Gruppo Fosun (uno dei più grandi conglomerati privati cinesi) con l’obiettivo di inaugurare, nei prossimi anni, un centinaio di punti vendita in Greater China,

Salvini, che si è aggiudicato più volte i Diamonds International Awards, un riconoscimento d’eccellenza che sottolinea il valore inestimabile che caratterizza la produzione made in Italy, ha una notevole brand awareness nel mercato italiano: ogni gioiello è un pezzo unico, realizzato a mano in Italia dai sapienti mastri orafi valenzani.

Il brand è presente con una prestigiosa boutique monomarca in Via Montenapoleone a Milano ed ha una rete vendita di oltre 400 negozi multimarca.

Salvini è un gioiello per la vita, poiché custodisce un patrimonio artistico e culturale che si tramanda di generazione in generazione. Nel corso degli anni, ha delineato il proprio stile attraverso campagne di comunicazione con molte celebrietes testimonial della Maison: dalle top Models Renée Simonsen e Tyra Banks alle attrici Hollywoodiane Sharon Stone ed Eva Longoria,  da Raoul Bova ad Isabella Rossellini e Francesca Neri.

Salvini ha creato “I Segni”, in oro e diamanti, caratterizzati da cuori romantici, farfalle eleganti, croci raffinate e quadrifogli : portafortuna esprimono femminilità, classe e bellezza e poi anche “Battito”, gioelli per celebrare un giorno importante.

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Venini festeggia 100 anni con una limited edition del Veronese

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Recentemente entrato a far parte del gruppo Damiani, Venini celebra il suo primo centenario e si riconferma protagonista della storia contemporanea della laguna. Era il 1921 quando l’avvocato milanese Paolo Venini e l’antiquario veneziano Giacomo Cappellin avviarono una fornace, che fin da subito si distinse nella lavorazione d’eccellenza del vetro. Per festeggiare questo importante anniversario, la vetreria ha scelto di omaggiare ciò che la rende unica al mondo, lanciando una limited edition di cento pezzi della sua opera più iconica, il vaso Veronese, aggiungendo 3 tinte inedite che si aggiungono alla palette di colori, il rosa cipria,  il verde rio,  il rosso sangue di bue.

Il Veronese, infatti, è stato soffiato per la prima volta nel 1921 per volontà di Vittorio Zecchin, pittore e direttore artistico della fornace fino al 1925, che era rimasto affascinato da un dettaglio dell’Annunciazione della vergine dipinta nel 1580 da Paolo Veronese, da cui prende il nome. L’opera custodita tuttora presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia, presenta infatti un vaso in vetro trasparente, attraversato da un fascio di luce e caratterizzato da una forma bombata, che accoglie un tralcio di rovo con le sue more: un elemento fortemente simbolico che esprime la vitalità e la prosperità che hanno accompagnato i primi cent’anni di storia di Venini.

Nel corso dei quali Venini ha custodito e interpretato un patrimonio artistico unico, che affonda le proprie radici nella cultura veneziana del 1200, dando vita a opere inedite capaci di fondere i profondi valori della tradizione con il fascino dell’ contemporanea.

Nel corso di questi cent’anni di storia e passione, Venini ha custodito e interpretato un patrimonio artistico unico, che affonda le proprie radici nella cultura veneziana del 1200, dando vita a opere inconfondibili e capaci di fondere i profondi saperi della tradizione con il fascino dell’estetica contemporanea. Recentemente questo marchio di eccellenza è entrato a far parte del Gruppo Damiani, che con le sue creazioni promuove a livello internazionale i profondi valori del Made in Italy, della Bellezza e del Savoir Faire. Sono lieta che Venini abbia raggiunto questo importante traguardo: una pietra miliare che apre le porte a un nuovo secolo di arte e design, innovazione e avanguardia creativa afferma soddisfatta Silvia Damiani, Presidente di Venini e Vicepresidente del Gruppo Damiani.

Dal Museo  Venini le prestigiose opere artistiche approdano ai più prestigiosi spazi espositivi italiani ed esteri, il Metropolitan Museum e il MOMA di New York, la Fondazione Cartier e il Centre Georges-Pompidou di Parigi, il Victoria and Albert Museum di Londra, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, l’Österreichisches Museum für angewandte Kunst di Viennna, il Musée des Beaux Arts di Montréal, l’Eretz Museum di Tel Aviv, il Watari Museum of Contemporary Art di Tokyo, lo Shanghai Museum of Glass, la Triennale di Milano, il Museo del Vetro di Murano.

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Il Gruppo Damiani, per vaccinare, offre alle istituzioni l’ex Palafiere di Valenza

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Il Gruppo Damiani, testimone dell’eccellenza del Made in Italy nel campo della gioielleria d’alta gamma, da sempre a supporto delle cause umanitarie, ha rinnovato la propria disponibilità per supportare territorio e istituzioni in questi tempi difficili a causa del covid. Come? Ha messo a disposizione già da tempo per la vaccinazione di tutti i cittadini, dei propri dipendenti e dei loro familiari alcuni spazi aziendali, tra cui i 12.000mq del futuro polo produttivo, ex Palafiere di Valenza. Questo nel rispetto delle previsioni del Piano strategico nazionale “Vaccinazione anti-Sars-CoV-2/Covid19”.

Il futuro polo produttivo Damiani, idoneo per allestire un’area medica al fine di somministrare i vaccini in tutta sicurezza, in base alle disposizioni attuative approvate e localizzato fuori dal centro storico di Valenza, è dotato di amplissimo parcheggio ed è logisticamente strutturato.

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