Le creazioni Damiani potranno essere ammirate dai molti appassionati di gioielleria, artigianalità, e lusso anche nella nuova boutique stagionale all’interno del luxury collection hotel Cala di Volpe disegnato dall’architetto francese Jacques Couelle che sorge in una meravigliosa baia della Costa Smeralda, meta del jet-set internazionale. La boutique è posizionata nell’area principale dell’hotel, accanto ad altri brand noti. I cultori ed amanti della gioielleria d’alta gamma scopriranno le collezioni iconiche e i pezzi unici della Maison, e saranno accolti da personale di vendita altamente qualificato. Tra queste la trendy collezione D.Icon, l’iconica Belle Époque, la moderna Margherita e la femminile Mimosa, non ultimi i ricercatissimi solitari Minou, la collezione Bridal ed anche i Masterpiece. I gioielli Damiani sono opere uniche, create a mano da esperti maestri orafi valenzani, che si caratterizzano per il design esclusivo, la grande attenzione ai dettagli e l’eccellente qualità delle gemme. Amato dalle grandi star ma anche dalle nuove generazioni da celebrity internazionali, la griffe, con la sua storia centenaria, continua a suscitare emozioni e ad affascinare lo sguardo. Le creazioni Damiani sono anche presenti nella cittadina di Porto Cervo, all’interno della seasonal boutique lungo La Passeggiata di Porto Cervo e presso la Boutique Rocca in Piazza degli Archi.
Il Gruppo Damiani, capitanata da Guido Damiani Presidente, continua con successo la propria espansione nelle località piu’ prestigiose in Italia e nel mondo.
Il gruppo Clerici Tessuto, azienda di Como e riferimento nel segmento del tessile di alta gamma per abbigliamento, accessori ed arredo nell’anno che segna i 100 anni dalla fondazione presenta il primo bilancio di sostenibilità.
Eccellenti i risultati del Gruppo ottenuti nel 2021 che testimoniano con la massima trasparenza l’impegno nel campo della sostenibilità ambientale e sociale. Impegno che per l’azienda si esprime nel rispetto e nella valorizzazione dell’intera filiera produttiva e del capitale umano che ne è parte integrante, nel sostegno alla comunità locale in cui opera e nella tutela e salvaguardia dell’ambiente.
“Sono felice di presentare il primo bilancio di Sostenibilità di Clerici Tessuto: un passo importante a testimonianza del nostro approccio alla sostenibilità, iniziato già da diversi anni ed oggi più che mai attuale,” ha dichiarato Stefano Bernasconi, CEO di Clerici Tessuto.“Questo anniversario segna un punto di incontro tra la storia e il futuro dell’azienda, i 100 anni di attività e al contempo la messa in atto e la pianificazione di importanti obiettivi in tema di investimenti in ricerca e sviluppo, transizione energetica e consolidamento delle certificazioni. Particolare impegno è stato dedicato nel corso del 2021 alla componente sociale: la situazione pandemica ha infatti accentuato ancor di più il focus sulle tematiche di sicurezza e cura del capitale umano che sosteniamo con iniziative specifiche, collaborazioni con enti locali e istituti di formazione, tirocini e progetti di alternanza scuola-lavoro.”
Nel corso del 2021 Clerici Tessuto ha completato la già vasta gamma di certificazioni, in linea con una nuova visione del mondo del fashion dove è imprescindibile il legame tra moda, innovazione e sostenibilità. Nell’ultimo anno l’azienda ha orientato sempre di più i suoi acquisti verso tessuti certificati – passando dal 12% nel 2020 al 31% nel 2021. A dimostrazione di questa tendenza, anche la percentuale di fatturato del Gruppo relativa a tessuti certificati è in costante aumento, registrando un +21% nel 2021, con un incremento di 12 punti percentuali rispetto al 2020, tendenza ancora più accentuata nell’anno in corso. È stata conseguita la certificazione European Flax® per tutelare e promuovere una produzione agricola di fibra tipicamente europea ed è proseguita la collaborazione con Parley for the Oceans, con un accordo per produrre tessuti di lusso utilizzando un filato di poliestere certificato GRS (Global Recycled Standard) realizzato con rifiuti di plastica marina raccolti su spiagge, isole e comunità costiere.
Sul fronte dell’innovazione del prodotto, Clerici Tessuto, in collaborazione con società specializzate, ha declinato un’innovativa laminazione con membrane di grafene ai tessuti per la moda ed il lusso con alte prestazioni tecniche. In questo modo tessuti di alta gamma, sia uniti che jacquard, sono stati ingegnerizzati con tecnologie all’avanguardia per la creazione di indumenti di “high end” che garantiscono prestazioni eccellenti in qualsiasi condizione.
L’azienda ha poi ulteriormente sviluppato l’utilizzo di “Poliestere rigenerato per l’outdoor” con caratteristiche ignifughe ed elevata resistenza per i processi di stampa.
Per quanto riguarda la riduzione della propria impronta ambientale, il Gruppo, consapevole degli impatti significativi generati dal settore tessile, si è posto come priorità una strategia che impatti lungo tutta la propria catena del valore. Dall’attenzione all’utilizzo dei prodotti chimici, alla cura nella scelta dei fornitori più attenti agli aspetti ambientali, agli investimenti per macchinari all’avanguardia e a basso impatto emissivo, fino alla proposta di tessuti ecosostenibili e progetti di economia circolare per il riuso dei materiali e la riduzione degli sprechi. Il Gruppo promuove la tutela dell’ambiente in tutte le sue forme e contribuisce a diffondere la cultura della sostenibilità ambientale tra i suoi dipendenti.
Una grande attenzione è stata poi dedicata all’uso responsabile e parsimonioso dell’acqua, sia per quanto concerne i consumi, sia per quanto riguarda gli scarichi emessi dopo l’utilizzo. L’acqua è al contempo una risorsa preziosa e uno degli elementi più importanti nella lavorazione del tessile, in quanto permette non solo la tintura del tessuto ma anche le azioni di nobilitazione e finissaggio dello stesso. La stamperia cerca di ridurre il proprio impatto sul consumo di risorse idriche attraverso macchinari all’avanguardia che permettono di migliorare l’efficienza della quantità di acqua prelevata, minimizzando gli sprechi: un esempio sono le macchine di lavaggio dei tessuti di ultima generazione, dotate di sistemi di recupero d’acqua interni.
La gestione dei rifiuti è un altro elemento chiave al quale Clerici Tessuto ha dedicato crescente impegno. Per ogni azienda tessile la gestione degli scarti di produzione è infatti un elemento critico per la sua performance sostenibile, ma al tempo stesso un’opportunità di sviluppo di economia circolare. La tipologia di scarti dovuta alle attività civili e produttive di entrambe le sedi del Gruppo qualifica la quasi totalità dei rifiuti (99%) come non pericolosi (non presentando nessuna delle caratteristiche di pericolo ai sensi dell’Allegato III della Direttiva 91/689/CEE), rispetto ad un totale di rifiuti prodotti di circa 192 tonnellate per il 2021, in riduzione del 35% rispetto ai rifiuti prodotti l’anno precedente.
E in ottica di miglioramento continuo, da alcuni anni il Gruppo ha intrapreso alcune iniziative di economia circolare extra-settoriale. L’azienda recupera infatti parte degli scarti di processo per consegnarli a unità esterne che riutilizzano tale materiale in altre produzioni, ad esempio per i sedili delle autovetture. Clerici Tessuto si impegna inoltre a dare una seconda vita alle eccedenze di produzione e ai prodotti finiti di seconda scelta, ricondizionandoli e collocandoli nel punto vendita di proprietà con l’autorizzazione del cliente, oppure individuando soluzioni per generare un nuovo filato riciclato. In aggiunta a questo, con una selezione di clienti e influencer, Clerici Tessuto si è adoperata in attività di upcycling, agevolando da qualche anno il recupero di tessuti greggi obsoleti ed il loro riutilizzo in collezioni di abbigliamento di clienti fortemente impegnati su tematiche di sostenibilità.
Fay Archive e la sua troupe vola in Alaska per uno shooting con alcuni personaggi con i quali “collaudare” i capi: un’ esperienza lavorativa e allo stesso tempo, un arricchimento di vita.
I protagonisti sono Michele Lupi, responsabile dei progetti speciali del Gruppo Tod’s, e il fotografo James Mollison, inglese nato in Kenya e basato a Venezia, noto per l’originalità con cui interpreta temi sociali. I materiali dei capi Fay Archive della collezione Autunno/Inverno 2022/23 sono naturali e tarati per resistere a pioggia, freddo, vento e soprattutto all’usura del tempo. I dettagli distintivi come il bordo manica in cuoio, il colletto in velluto a coste larghe, ma soprattutto la praticità dei 4 ganci li contraddistingue da sempre rendendoli unici e inimitabili.
Dopo avere esplorato le rive del Don in Russia, l’isola di Gotland in Svezia e quella di Lanzarote in Spagna, dopo Scozia, Islanda e CileFay Archive approda in Alaska dove le zone sono selvagge, i trasporti difficili, le notti durano mesi.
Lupi e Mollison si muovono leggeri,portandosi solo l’attrezzatura necessaria e i capi Fay Archive che i “personaggi” testers indosseranno.
L’Alaska è il più epico degli Stati Uniti, ed anche il più avventuroso da visitare nel Nord America. I nostri personaggi testers-ilprofilo sotto, ndr- rappresentano perfettamente lo spirito e la peculiarità di quel luogo: “gente che lavora duro, in sintonia con la natura e l’ambiente”, racconta Mollison.
Proprio lì, i testers Alexandra, Eben, Erin e Michael hanno sperimentato il taglio “over” delle giacche, realizzato sin dalle origini per garantire la massima libertà di movimento ai pompieri americani per i quali erano nate in passato.
«Ciò che traspare dalle immagini e dai racconti è l’approccio autentico che abbiamo con ciascuno dei tester. Non chiediamo semplicemente di realizzare foto e video mentre loro lavorano, ma ci conosciamo, entriamo in intimità ascoltando le loro storie o visitando le loro case mentre mettono alla prova i capi di Fay Archive”
sostiene Lupi soddisfatto. “Li seguiamo nelle loro giornate, senza alterarne l’immagine, infatti tutti abbinano il capo prescelto con i propri abiti in modo spontaneo», conclude.
Erin è un geologo, Michael un allevatore di buoi muschiati, Eben una guardia per gli orsi polari, Alexandra una comandante di nave.
Qui sotto, un profilo di ognuno.
ALEXANDRA, boat captain
Comanda una nave da lavoro nell’area del Prince William Sound, uno stretto specchio di mare circondato dalle impervie montagne affacciate sul Golfo dell’Alaska e lambito dalle acque dell’Oceano Pacifico. Ama gli sport outdoor, specie lo sci d’alta montagna. (Testata la giacca 4 Ganci in lana tartan da Alexandra, il gilet in piuma dalla sua collega)
EBEN, polar bear guard
Il suo compito è di monitorate le attività e gli spostamenti degli orsi polari che vivono a ridosso dei villaggi per evitare che si avvicinino troppo, causando danni e mettendo in pericolo la popolazione. È un nativo Iñupiat e vive a Barrow. (Testata la giacca 4 Ganci Navajo)
ERIN, driller
È un geologo che fa trivellazioni e preleva campioni di terra in profondità. Vive a Fairbanks e nel tempo libero è uno snow-boarder stuntman, con una certa notorietà nel mondo degli X Games. (Testata la giacca 4 Ganci in canvas)
MICHAEL, musk ox farmer
La sua grande fattoria si trova a Palmer, nelle grandi pianure dell’Alaska, dove alleva buoi muschiati. È innamorato della natura e della vita all’aria aperta. (Testata la giacca 4 Ganci in lana tartan)
Storia di Fay Archive: L’idea di avventurarsi alla scoperta di zone selvagge nasce dal desiderio di rendere omaggio alle origini di Fay, per recuperare lo spirito di quando i fratelli Diego e Andrea Della Valle, durante un soggiorno negli Stati Uniti, rilevarono il marchio. Era la metà degli anni ‘80, l’azienda di stanza nel Massachussets era specializzata in capi di abbigliamento tecnico per i pompieri americani e la tecnicità di capi progettati per una specifica funzione lavorativa si sarebbe da lì a poco trasformata per un cliente più urbano, ma sempre amante dell’avventura.
«Per chi come loro risiede e lavora così lontano dai luoghi in cui viviamo, ad affascinare è la credibilità del marchio: la sua storia di workwear nato in origine per un corpo rispettato che è quello dei firefighters americani. Dopo la naturale timidezza iniziale davanti alla camera, è emozionante vedere l’orgoglio con cui parlano del proprio lavoro, del paese in cui vivono e delle loro tradizioni. È in quei momenti di racconto e di ascolto che poi si costruiscono rapporti veri», aggiunge Lupi.
Roma, Mercati di Traiano dall’11 al 12 Luglio 2022, uno dei siti archeologici più importanti al mondo risalente al 113 A.D., sarà protagonista della terza edizione del “Phygital Sustainability Expo®”, due giorni all’insegna della sostenibilità nel design e nella moda.
Presenziano grandi brand che hanno abbracciato la filosofia green, startup fashion-tech innovative che utilizzano la tecnologia per far del bene all’ambiente, Presidenti di multinazionali e istituzioni che si confrontano in interessanti panel sulla sostenibilità con 70 brand, 56 espositori, 75 relatori, 16 multinazionali. Phygital Sustainability Expo®, ideato e realizzato dalla Sustainable Fashion Innovation Society – è nato anni fa per valorizzare i nuovi brand votati a criteri di sostenibilità e a supportare i brand tradizionali nella loro trasformazione di filiera verso una produzione che rispetti il Pianeta. Lo scopo principale è esaltare realtà che hanno attenzione per la sostenibilità appunto e anche porre l’attenzione verso la tematica ESG (Environmental, Social and Governance) con la presenza brand, buyers, di stakeholders, PMI italiane ed internazionali, multinazionali, start-up fashion-tech, creativi, tecnologi, media e consumatori. L’evento è sotto il partenariato di RAI.
E’ un format ad alto tasso culturale, la cui manifestazione comprende numerose attività, tra cui:
La Sfilata Narrata®, è il celebre copyright di Sustainable Fashion Innovation Society, che vede, all’imbrunire, la musica avvolgere i Mercati Traianei e la voce narrante fuori campo della famosa doppiatrice Alessandra Korompay descrivere le innovazioni tecnologiche e sostenibili di ogni abito che sfila sul panorama mozzafiato dei Fori Imperiali.
La direzione artistica è affidata a Stefano Trespidi, Vicedirettore Artistico della Fondazione Arena di Verona
L’esposizione Museale, si snoda sulla millenaria via Biberatica dei Mercati di Traiano, che per l’occasione sarà allestita dalle diverse aziende per esporre i loro prodotti ecosostenibili, spiegarne le caratteristiche e i punti di forza. Qui si troveranno brand accomunati dallo stesso fil rouge, il fashion-tech e il rispetto per l’ambiente, divisi per aree tematiche e per Sustainable Development Goals (SDG) dell’Agenda ONU 2030: Eco Fashion, Save The Ocean, Vegan Leathers, Sustainable Ecommerce, Circular Fashion & Luxury Upcycle, Fashion Tech, Ethical Fashion e World Prèmiere.
Tra le nuove realtà fashion-tech create da giovani con idee brillanti ricordiamo Verabuccia, che utilizza la buccia di ananas per la produzione dei loro capi d’abbigliamento e accessori o ancora Felipe Fiallo famoso per le sue scarpe “viventi” realizzate con alghe, funghi e cristalli di sale, che vedremo crescere in un acquario nei due giorni dell’Expo. La multinazionale Radici Group presenterà la sua prima tuta da sci “circolare” realizzata in RENYCLE, un filato brevettato che deriva dal riciclo della poliammide (nylon), il quale consente risparmi significativi in termini di impiego di energia, di emissioni di CO2 e di consumo di acqua. Si tratta dunque del primo completo da sci veramente sostenibile perché riciclabile al 100% nella sua interezza, compreso la zip, i bottoni e l’imbottitura. Il brand Matilde Jewellery creato da Matilde Mourinho, figlia del famoso allenatore di calcio, produce gioielli esclusivamente con diamanti coltivati in laboratorio e oro riciclato al 100%, mentre la B Corp Ogyre, partner di Prada/Lunarossa, crea giacche, bikini e altri articoli prodotti dal riciclo dei rifiuti negli oceani. Accanto a brand giovani troviamo realtà già molto note e consolidate come Diadora, Carpisa, Yamamay e Albini Group– che presenterà Biofusion, il primo cotone biologico scientificamente tracciabile grazie alla tecnologia deep e ai canali blockchain sviluppati dall’azienda stessa. L’esposizione museale sarà corredata dalle meravigliose essenze arboree fornite da Horticultural, per condurre il visitatore in un percorso didattico in base alla fibra tessile di riferimento.
L’esperienza immersiva; grazie a Hevolus Innovation, l’esposizione sarà accompagnata da una componente di deep technology: gli occhiali HoloLens che daranno la possibilità agli ospiti di acquisire informazioni chiave sull’aspetto catastrofico dell’acquisto compulsivo del fast fashion.
Green Confidential® è la sessione conferenze dal titolo BOOST OR LOST IN TRANSITION?, che vede annualmente importanti aziende multinazionali, ma anche PMI, annunciare la loro green disruption; mentre i relatori istituzionali, CEO e Presidenti, raccontano come le rispettive realtà stanno affrontando la transizione ecologica per il bene del Paese.
Un panel ricco di figure di spicco del mondo della moda tra cui ricordiamo: il Presidente di Sistema Moda ItaliaSergio Tamborini, che presenterà RETEX.GREEN il consorzio dei produttori per la gestione ottimizzata dei rifiuti della moda che anticipa le decisioni normative sul tema della responsabilità estesa del produttore e rappresenta il più autorevole presidio per la circolarità di tutti i segmenti dell’intera filiera (tessile, abbigliamento, calzature, e pelletteria) nell’ottica di una proattiva sostenibilità.
Oltre a lui è presente un’eccezionale rosa di relatori che fanno del made in Italy il nostro fiore all’occhiello, nonché il secondo posto del PIL del Paese. il Presidente e CEO di Automobili Lamborghini SpA Stephan Winkelmann, che presenterà la Roadmap alla Sostenibilità dell’azienda di Sant’Agata Bolognese; Susanna Galli, CSO di Diadora, che presenterà la MIBASKET ROW CUT 2030, la scarpache segue una filiera produttiva ecosostenibile, combinando poliestere riciclato con scarti dell’industria vitivinicoli. I temi dell’etica saranno affrontati dalla Presidente della Global Fashion Agenda di Copenaghen Federica Marchionni .
Non manca un focus su Moda e Politica, con interventi istituzionali di rilievo, tra cui quello del Viceministro del MISE Gilberto Pichetto Fratin con Delega di Stato alla Moda, del Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli- secondo firmatario della Mozione Parlamentare sulla Moda Sostenibile; del Ministro Cingolani molto attivo nella filiera della moda circolare.
Il palco del Phygital Sustaianbility Expo, infine, è stato scelto per la presentazione della nuovissima Direzione rai per la sostenibilita’ ESG a cura del Direttore Roberto Natale;
Call per start-up fashion-tech: Sustainable Fashion Innovation Society da vita al premio “I.V. Award Phygital Sustainability EXPO”, in partnership con Innovation Village. Una sezione interamente dedicata all’innovazione in ambito moda, fashion e design, che chiama a raccolta startup e innovatori che vogliano fare proposte per rendere la filiera più sostenibile. Le 6 migliori startup, che avranno già passato una prima selezione, avranno l’opportunità di illustreranno i loro pitch da palco del Phygital Sustainability Expo.
Valeria Mangani, Direttrice Artistica della manifestazione, curatrice del format e Presidente di Sustainable Fashion Innovation Society, Associazione senza scopo di lucro organizzatrice dell’evento, ha così commentato il grande fermento generato dall’evento: “L’intento del Phygital Sustainability Expo è quello di sensibilizzare il consumatore e aiutare le aziende verso lo sviluppo di una moda sostenibile, sempre più consapevole e necessaria. Sono davvero entusiasta di vedere come sempre più aziende stiano abbracciando questa tematica e scelgano noi per presentare le loro innovazioni sostenibili, siano esse di prodotto che di produzione. Il Phygital Sustainability Expo è un format unificante per il settore moda (da sempre frammentato in competizioni e campanilismi); qui brand e manifatturieri espongono e sfilano insieme, contaminandosi e creando forti network che porteranno ad un nuovo Rinascimento del made in Italy: un Umanesimo green e inclusivo”.
Phygital Sustainability Expo® si svolge con il sostegno del Comune di Roma Capitale, sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e gode dei patrocini del Senato, della Camera dei Deputati, del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero della Cultura, del Ministero della Giustizia, del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, del Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, del Ministero per la Pubblica Amministrazione, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’ENEA, del World Food Programme Italia, di SDA Bocconi-Monitor for Circular Fashion, dell’ASVIS – Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, , Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, LUISS Business School, Legambiente.
La realizzazione di questo importante progetto è stata resa possibile anche grazie al supporto di:
beIT – progetto lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), ITA – Italian Trade Agency, CNA Federmoda, Enel X.
Food & Beverage partners:
Casale del Giglio (wine partner), Acqua Fiuggi (main water partner) , Assaggi Italiani (con i migliori vitigni e prodotti alimentari biologici Italiani.) Mi’ndujo (Food & organic beer partner), PIWI (Bio wine partner),
Steccolecco (Ice cream partner con gelati “brandizzati” con logo delPhygital Sustainability Expo).
La Sustainable Fashion Innovation Society è la più grande community europea di brand ecosostenibili, con oltre 2.000 aziende di moda e design iscritte ufficialmente gratuitamente. La Sustainable Fashion Innovation Society è una centrale di produzione di conoscenze sui temi legati alla Sostenibilità, proponendosi quale interlocutore privilegiatodella Pubblica Amministrazione, degli Amministratori locali, dell’industria, della finanza dedicata e dei diversi attori operanti sul mercato di riferimento. La Sustainable Fashion Innovation Society è un’Associazione senza scopo di lucro, con un prestigioso Comitato Scientifico e un team multidisciplinare di esperti. Da anni raccoglie le aziende sostenibili in un’unica piattaforma di network internazionale e soprattutto fornisce sostegno alle aziende che vogliono diventare sostenibili, promuovendo i precetti ESG e fornendo una serie di servizi gratuiti che mensilmente vengono messi a disposizione dai nostri partner (Ferrovie dello Stato Italiane, ENEL X, Ernst Young, CNA Federmoda, ASVIS, Monitor for Circular Fashion by SDA Bocconi, ecc). La Sustainable Fashion Innovation Society promuove campagne di consapevolizzazione consumatori sull’acquisto eticamente sostenibile; ed inoltre ha sviluppato negli anni il più grande database di manifatturieri ecosostenibili ad uso esclusivo dei brand iscritti.
ELENCO PARTECIPANTI ECO FASHION Opera Campi, Ecoolska, Christine Bi Emsibeth Gala Gloves Gorilla Socks Fusioni Mokaite Zodhiac Bottega Bernard Ostentation Be Green Tannery Reserved (PL) SAVE THE OCEAN Yamamay Ogyre Yarden Mitrani Genny Spadea VEGAN LEATHERS Anema Bags Desserto Ohoskin Verabuccia Sqim Sorry I’m Different Bianca d’Ottobre Wiman CLOTHING PARTNER Jonas Clothing per le divise delle hostess
SUSTAINABLE COMMUNITY Renoon Staiy Associazione Tessile e Salute CNA Federmoda Lega Anti Vivisezione Paih CIRCULAR FASHION Ripalta Daniello Emuleos She Side V°73 Fibre International FASHION TECH Radici Group Albini Group Leonardo Giuliani Design Felipe Fiallo Livrea Movement Matilde Jewellery Spiber ETHICAL FASHION Made in Carcere Officine di Talenti Preziosi LUXURY UPCYCLE Diadora Sottosopra Bags Zoom Bags
RCR Cristalleria Italiana è un marchio 100% Made in Italy che nella qualità e nell’eco-sostenibilità ha i suoi valori fondanti.E’ l’azienda leader nella produzione di vetro e cristallo di alta gamma nel mondo dell’arredo tavola.
RCR è nata nel 1967 da un’idea di un gruppo di artigiani che, con coraggio e talento, ha espresso il livello più alto dell’arte della cristalleria. Nel 1973 vengono introdotti in azienda i forni elettrici di fusione e la prima linea automatica di produzione dei calici. Dieci anni dopo, nel 1983, l’azienda è già distribuita in oltre 85 paesi e nel 1995 avvia il più grande forno elettrico di fusione di articoli in cristallo.
RCR, con sede a Colle di Val D’Elsa, rappresenta un simbolo per il design italiano eco-sostenibile. Tutti i prodotti sono realizzati infatti in Cristallo Ecologico, un materiale brevettato ottenuto con un processo produttivo senza emissione di fumi o altri agenti inquinanti in atmosfera, utilizzando fonti rinnovabili (30.000 mq di fotovoltaico, geotermico, biomasse) e materie prime purissime, che rendono ogni prodotto 100% riciclabile.
Il 2007 segna la svolta per RCR che, dopo importanti investimenti in ricerca e sviluppo, abbandona la produzione del cristallo tradizionale (con ossido di piombo), introducendo il Cristallo Ecologico (100% riciclabile), un materiale totalmente sostenibile.
Oggi il polo industriale di RCR, localizzato nel cuore del Chianti, possiede un elevato grado di integrazione verticale che gli permette di concentrare al proprio interno tutto il processo produttivo, dal design del prodotto alla realizzazione degli stampi, fino alla commercializzazione e distribuzione in oltre 100 paesi nel mondo.
RCR Cristalleria Italiana lancia la nuova linea STACK, la prima collezione di bicchieri impilabili in Cristallo Ecologico, che rappresenta la massima espressione dello Spazio Sostenibile.
Un nuovo modo di valorizzare un semplice gesto come quello del bere, con bicchieri sostenibili per lo spazio perché perfettamente impilabili e multifunzionali. Sostenibili per l’ambiente perché prodotti in un’area CO2 Neutral e 100% riciclabili.
Tante innovazioni tecnologiche in un solo bicchiere, il sistema anti-incastro con un anello rinforzato al suo interno, non solo evita che si blocchino l’uno con l’altro, ma li protegge anche dai graffi, rendendoli liberi e durevoli nel tempo.
La base è stata progettata con uno speciale design anti-goccia che fa scivolare via l’acqua dal fondo dopo il lavaggio, evitando la formazione del calcare.
Salvini aprirà un nuovo pestigioso punto vendita in Piazza Duomo, una fra le più conosciute d’ Italia, visitata ogni anno da milioni di turisti. Il brand registra un ottimo andamento e un importante incremento, come dimostrano le straordinarie performance. Nel 2021 ha ampliamente superato i risultati del 2019, e in questo inizio del 2022 prosegue con la sua forte crescita. Continuerà inoltre a investire in Italia e all’estero, procedendo con importanti aperture strategiche, come fatto di recente in Cina, con le due boutique di Shanghai; in Corea, con la boutique di Seoul e in Italia, entrando in Rinascente a Milano, Firenze e Roma. Salvini consolida così la sua presenza nelle principali capitali dello stile, come testimonia la nota apertura della boutique di Via Montenapoleone n.25. Anche questo progetto si inserisce nell’innovativo percorso di comunicazione e immagine intrapreso dal marchio che prevede anche un restyling dei segni architettonici e una nuova e impattante comunicazione che verrà resa nota in tutti i canali a 360° gradi, in Italia e all’estero. Ogni gioiello Salvini è un pezzo unico realizzato interamente a mano in Italia dai sapienti mastri orafi valenzani creatori di desideri preziosi capaci di esprimere la cultura millenaria del gioiello unita alla tendenza estetica del momento.
In occasione del fuorisalone 2022 Rene Caovilla ha esposto preziose installazioni pop floreali che richiamano i toni della collezione S/S 2022 come il fucsia, il blu, il pervinca.
La Maison all’interno di una ”limited edition” ha svelato Cleo, l’iconico sandalo in denim tempestato di cristalli, prodotto in esclusiva per la boutique in via Bagutta a Milano.
Hilton in collaborazione con le aziende alimentari top italiane, mette a punto“The Morning Opera by Hilton”, il nuovo concetto di breakfast realizzato in molti affascinanti hotel italiani del gruppo. Il progetto è un esempio di rilancio del rapporto fra ospitalità e brand iconici della ristorazione per rendere unico il momento della prima colazione per gli ospiti delle strutture. E’ noto che un ottimo breakfast contribuisce ad accelerare il metabolismo corporeo regalando quella sferzata di energia necessaria per affrontare la giornata oltre che a migliorare le performance cognitive, ridurre lo stress, e diminuire il rischio cardiovascolare aiutando anche a combattere l’aumento di peso.
I migliori prodotti – di Lavazza, Bisol1542, Gruppo Sanpellegrino, Parmigiano Reggiano e Negroni, affidati alle sapienti mani degli chef prendono forma e si trasformano,in capolavori, a disposizione dei clienti per un inizio di giornata ricco di gusto e di emozioni. Un’ “experience” che si articola in diversi momenti: debutto con il servizio al tavolo con la Moka e la selezione di caffè Lavazza, per proseguire con la scoperta della proposta di salumi Negroni e con il gusto inimitabile del Parmigiano Reggiano in scaglie o gratuggiato sulle zuppe create dagli chef seguendo il ritmo delle stagioni. Il tutto, accompagnato da Acqua Panna e S.Pellegrino – e dalle bollicine Bisol1542 che propone agli ospiti una “limited edition” per brindare al nuovo giorno. The Morning Opera , neo brand “made in Italy”, negli alberghi Hilton in Italia è un modo sano di vivere il gusto e il piacere di stare insieme, un nuovo concetto di vero lifestyle, disponibile al Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel, all’Hilton Molino Stucky Venice, all’Aleph Rome Hotel, all’’Hilton Lake Como, all’Hilton Milan e all’ Hilton Rome Airport
Pellegrini Spa, azienda bergamasca attiva dal 1904 che importa da tutto il mondo e distribuisce (da ogni regione italiana) vini e distillati (lo scorso anno ha visto un’estate di ripresa per il canale Horeca) chiude un 2021 con il “botto” registrando numeri in crescita sia in termini di fatturato che di nuovi inserimenti a catalogo. Dopo un 2020 che ha registrato una flessione del 28%, l’azienda di Cisano Bergamasco ha recuperato con un +58% rispetto al 2020 che ha spinto il fatturato a 19,8 milioni di euro. La crescita del 2021 supera del 29% anche l’ultimo dato pre pandemia.
La crescita è stata trainata da una vera e propria impennata nelle vendite di spumanti e champagne, anche per questo Pellegrini ha scelto di proporre nuove etichette inserendo a catalogo produttori in linea con la filosofia che lo contraddistingue da sempre, la ricerca costante di prodotti d’eccellenza.
Pietro Pellegrini, oggi Presidente e Direttore commerciale di Pellegrini Spa,ha studiato alla Scuola Enologica di Alba (Cn), è un esperto, e conosce a fondo questo mondo che va dalla vigna alla tavola.
Un’azienda con una competenza secolare, attraverso la quale si è sviluppato un solido rapporto di partnership con le case vinicole, con il valore aggiunto dell’essere anche produttori: dagli inizi degli anni ’60 infatti la famiglia Pellegrini conduce la Fattoria di Petrognano, a Montelupo Fiorentino (Fi) azienda vinicola dalla forte connotazione toscana.
Per saperne di più abbiamo intervistato Pietro Pellegrini.
Nel 2021 in piena pandemia avete raggiunto un fatturato record che sfiora quota 20 milioni grazie al boom dello champagne. Come si spiega, è proprio il caso di dirlo, questo “exploit”?
L’exploit delle vendite di Champagne e, aggiungo, di tutti i cosiddetti “fine wines”, è sicuramente uno dei segnali più forti della voglia di ripartire dopo il periodo buio causato dalla pandemia. Certamente aiutato da una maggiore propensione alla spesa, almeno per tutti coloro che nei mesi precedenti avevano di fatto risparmiato, con particolare riferimento alle cose che possono soddisfare quei piaceri negati per troppo tempo. Tra i quali un’ottima bottiglia, non più da soli o quasi, ma spinti dal desiderio della condivisione, grazie ad una ritrovata convivialità. Vorrei sperare però che il nostro exploit del 2021 sia anche dovuto alla selezione dei prodotti distribuiti, risultato di tanti anni di lavoro appassionato.
Quali sono i criteri e le tipicità che deve avere un’azienda vitivinicola per essere distribuita da voi?
Deve principalmente essere un vero progetto “agricolo”, fortemente identitario del territorio di produzione e con uno stile preciso ed identificabile. Il nostro obiettivo non sono i grandi volumi ma la grande qualità. Non seguiamo le tendenze o le mode, presenti anche nel mondo del vino, ma progetti veri e che soprattutto credano fortemente nella “distrubuzione”, rappresentata per loro dalla nostra azienda come unico partner commerciale per il mercato nazionale.
Che valore aggiunto da’ essere proprietari e condurre un’azienda vinicola importante anche per dimensioni come la Fattoria di Petrognano, in Toscana? Le etichette dei vostri vini sono in catalogo?
Petrognano fu acquistata da mio nonno nel 1963. Da allora il mondo del vino ha subito cambiamenti enormi, in linea con quanto è successo dagli anni del boom economico in poi. Ho studiato enologia ad Alba e, iniziando ad occuparmi dell’azienda della famiglia negli anni 80, ho vissuto tutti i momenti che hanno portato il vino dall’essere semplicemente bianco o rosso e onnipresente su tutte le tavole italiane a quello che invece è e rappresenta oggi. Essere enologo e produttore di vino di qualità a Petrognano in Chianti significa potersi mettere sullo stesso piano degli altri produttori distribuiti, parlare la loro stessa lingua, vivere e capire i loro medesimi problemi. Ovviamente, Petrognano è una delle aziende distribuite da Pellegrini sul territorio nazionale.
Si parla tanto di Customer Relationship Management cioe’ del potere del cliente al centro, cosa fate voi n questo senso?
Facciamo quanto è nelle nostre possibilità, chiedendo il massimo a tutti coloro che lavorano in azienda e a tutta la rete commerciale, costituita da 6 capi-area e da circa 150 tra agenti e sub-agenti in Italia. Vorrei però aggiungere quanto per noi sia sempre stato molto importante il rapporto a monte, con tutti i produttori distribuiti. Troppo spesso si pensa solo al “cliente” preoccupandosi troppo poco del “fornitore”.
Vendete i vostri vini anche online? E se si, sono gli stessi che vendete normalmente su catalogo o di altro tipo?
Non abbiamo e-shop aziendale. E’ una scelta voluta, che vuole difendere il ruolo dei nostri clienti, in particolare di quelli che operano principalmente con portali di vendite online.
Champagne a parte, quali etichette di vini e distillati sono preferiti in genere più di altri? Hanno piu’ successo i rossi o i bianchi?
Negli ultimi anni abbiamo notato una crescita dei vini bianchi rispetto ai rossi, che in precedenza rappresentavano la maggior parte delle vendite soprattutto nella fascia più alta di prezzo. Un pò perché oggi anche in Italia si producono grandi vini bianchi e poi perché sono cambiate le abitudini degli italiani rispetto al cibo. Nei vini rossi sono più apprezzati la finezza, l’eleganza e l’equilibrio rispetto alla concentrazione e alla struttura. Per quanto riguarda i distillati mi sembra di percepire un ritorno al classico, ai grandi distillati di vino e anche ai grandi whisky, pur mantenendo una quota importante tutto il mondo dei rum.
La vendita dei vini è legata a un fatto “stagionale”?
Sicuramente la stagionalità ha una certa influenza. Ad esempio i vini rosati sono ancora fortemente legati al consumo estivo. Se però ci riferiamo in particolare allo Champagne e ai vini spumanti, le vendite, che erano principalmente legate alla regalistica di fine anno e ai momenti di festa, oggi coprono tutto l’arco dell’anno, senza influenza stagionale alcuna.
Si parla tanto di sostenibilita’ in tutti i campi, voi come azienda la osservate nel condurre la vostra azienda? E se sì in quale modo?
Abbiamo da diversi anni produzione di energia pulita grazie a due impianti fotovoltaici totalmente integrati sulle coperture dell’azienda. La quasi totalità delle aziende a catalogo utilizza criteri di coltivazione totalmente rispettosi dell’ambiente e dell’ecosistema. Cerchiamo anche di dare consigli ai produttori distribuiti che vadano nella direzione della sostenibilità, ad esempio con l’utilizzo di vetri e imballi meno pesanti, consentendo così risparmi energetici nelle fasi di trasporto e stoccaggio.
Da molto tempo da grossisti siete diventati distributori e questo ha allargato notevolmente i vostri orizzonti. Che criteri usate per selezionare vini e distillati che nascono in aziende estere così tanto lontane da voi sul territorio? Come fate ad essere sicuri dell’eccellenza del prodotto? Le aziende sono tutte certificate?
I criteri di selezione delle aziende estere non sono diversi da quelle nazionali. Ancora una volta si tratta di progetti agricoli fortemente identitari dei diversi territori di produzione. Quasi tutte le aziende estere a catalogo, con esclusione di poche e molto lontane, sono state visitate e conosciute, sia a livello di vigna che di cantina, condividendone i progetti, nel medio e lungo termine. La maggior parte delle aziende distribuite hanno la certficazione biologica per la parte agricola e molte anche per la parte produttiva di cantina. Diverse sono certificate biologico-dinamiche ed altre ancora hanno certificazioni legate ai diversi stati di appartenenza.
“Essere presenti a Dubai, sede in questo periodo dell’Expo, significa poter far conoscere il nostro inconfondibile stile italiano e la nostra sartorialità al resto del mondo. Dubai ha da sempre rappresentato un hub commerciale importante, aperta alle tendenze e agli influssi in arrivo dal nostro paese e attenta al mercato del lusso made in italy”, dichiara Marco Baldassari fondatore Eleventy.
Lo store da Harvey Nichols, e’ la prima tappa di una serie di altre aperture in programma in UAE e che vedrà a breve l’inaugurazione di un secondo Pop Up Eleventy nel department Bloomingdale’s e, in futuro, una boutique monomarca a Dubai.
Ad oggi il brand Eleventy è distribuito in oltre 30 paesi tra i quali Emirati Arabi, Stati Uniti, Inghilterra, Russia, Turchia e Far East, grazie ad accordi commerciali con importanti partner locali.
L’apertura a Dubai, si aggiunge a quelle recenti di boutique monomarca a Mosca; negli Stati Uniti a Beverly Hills e a Madison Avenue a New York; in Corea, a Ginevra e in Cina.