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Rocca apre nel cuore pulsante di Bologna

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Dopo un’importante ristrutturazione, Rocca ha riaperto la boutique di Bologna.

Il punto vendita su due piani, localizzato sotto i maestosi portici di Via Farini all’angolo con Galleria Cavour offre agli appassionati di Alta Gioielleria e Alta Orologeria la possibilità di scoprire le preziose creazioni dei marchi del Gruppo Damiani (Damiani, Salvini, Bliss e Calderoni) e dei prestigiosi segnatempo Cartier, Panerai e IWC che sono presenti con uno spazio dedicato ed inedito.

Il brand ha recentemente concluso l’acquisizione delle storiche gioiellerie Bruno Maria Zimmitti di Siracusa e del prestigioso retailer Floris Coroneo (con due boutique, una a Cagliari e una a Porto Cervo) ed ha obiettivi di forte crescita, sia organica che di perimetro, proponendosi come consolidatore nel settore, Rocca continua a rafforzare sempre di più la sua leadership nella distribuzione di gioielli e orologi d’Alta Manifattura.

Tra le eccellenze presenti in boutique anche Venini la vetreria artistica fondata a Venezia nel 1921, nota al mondo per le sue prestigiose creazioni e le partnership con noti artisti e designer che hanno fatto la storia del settore. Non disgiunta dalla vendita, come è ormai d’uso presso i piu’ importanti brand, c’è una vera e propria experience cioè l’area ristoro al secondo piano della boutique. La cura e l’attenzione verso la clientela si traducono in un’assistenza tecnica professionale eccellente durante la vendita e dopo l’acquisto.  Rocca è l’unica catena di gioielli e orologi di lusso presente nelle vie dello shopping delle principali città italiane e svizzere ma anche negli scali internazionali degli aeroporti di Malpensa, Fiumicino e presto anche a Linate

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Venini crea Danza del Mare simbolo della Fondazione MSC per la protezione del mare

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Danza del Mare, scultura creata da Venini che quest’anno festeggia il suo 100° anniversario  simboleggia la dedizione della Fondazione MSC alla protezione e alla promozione dell’ambiente naturale di cui facciamo parte, il nostro pianeta blu.

Progettata da Monica Guggisberg e Philip Baldwin per MSC Seashore, l’opera s’arte è visibile al Centro Fondazione MSC, salendo dal ponte 5 al ponte 8, illuminata da un faretto posto alla base e circondata da una parete a specchio che riflette, moltiplicandola la luce e i colori che emanano.

“In cento anni di storia e passione, Venini ha conservato e interpretato un patrimonio artistico unico, che affonda le sue radici nella cultura veneziana del XIII ,secolo, creando opere distintive che uniscono la profonda conoscenza della tradizione al fascino dei gusti contemporanei.

Venini è orgogliosa di aver contribuito con la sua esperienza e maestria alla creazione di questa scultura unica che celebra l’ambiente e le sue creature”.

Silvia Damiani – Presidente di VENINI e Vicepresidente del Gruppo DAMIANI

 “La nostra visione è quella di ripristinare l’equilibrio critico tra le persone e la natura entro una generazione, concentrandoci sulla protezione ambientale, in particolare degli ecosistemi acquatici e marini. Venini e la Fondazione MSC condividono un profondo amore per il mare e l’impegno reciproco per la sua protezione.

Daniela Picco – Direttore Esecutivo della Fondazione MSC

Il Team Venini ha sostenuto lo sviluppo ingegneristico e tecnico di questa colossale installazione di 12 metri di altezza e 3 metri di diametro. 

  • Ogni pesce e sfera di vetro è una creazione unica, soffiata e realizzata a mano in ogni sua parte.
  • Più di 190 pesci di tre diversi colori – rosso, giallo e ametista – e tre misure (32, 38 e 42 cm), nuotano in una spirale, raggruppati per colore, ad evocare i colori scintillanti dell’acqua e del mare.
  • 10 cavi verticali e un faretto rivolto verso l’alto.

Il design utilizza il magico mezzo del vetro per esprimere la fluidità dei mari e tutto ciò che contengono: animali, vegetali e minerali, coralli, pesci, alghe e ossigeno. L’immensa profondità ed estensione del mare, che copre il 71% della superficie del nostro pianeta, è racchiusa nell’immaginario della scultura, nella sua imponenza e nella densità del suo contenuto, come se fosse il mare stesso, in un prisma svettante di componenti carichi e in movimento. Un’immagine, in parte dei polmoni della Terra, in parte del nutrimento della Terra e in parte di semplice bellezza, a simboleggiare il ruolo indispensabile del mare per il benessere nostro e del nostro pianeta. Noi ne siamo dipendenti. Esso non dipende da noi.

E ancora. Nella sua fragilità, la scultura esprime anche la fragilità del suo soggetto, il grado in cui tutti gli ecosistemi esistono in un delicato equilibrio, che deve – per la nostra e la loro salute – essere rispettato, mantenuto e nutrito. Questo è il profondo messaggio di fondo di quest’opera d’arte, che ricorda e ispira tutti noi a trattare l’acqua e la sua vita brulicante con il massimo rispetto e onore. Data la bellezza e l’abbondanza di tutto ciò che offre, come possiamo non farlo?

MSC Seashore sarà la sede perfetta per la scultura, che porta il suo messaggio di difesa del mare a migliaia di viaggiatori mentre la nave solca  gli oceani e i mari del pianeta,

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Venini festeggia 100 anni con una limited edition del Veronese

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Recentemente entrato a far parte del gruppo Damiani, Venini celebra il suo primo centenario e si riconferma protagonista della storia contemporanea della laguna. Era il 1921 quando l’avvocato milanese Paolo Venini e l’antiquario veneziano Giacomo Cappellin avviarono una fornace, che fin da subito si distinse nella lavorazione d’eccellenza del vetro. Per festeggiare questo importante anniversario, la vetreria ha scelto di omaggiare ciò che la rende unica al mondo, lanciando una limited edition di cento pezzi della sua opera più iconica, il vaso Veronese, aggiungendo 3 tinte inedite che si aggiungono alla palette di colori, il rosa cipria,  il verde rio,  il rosso sangue di bue.

Il Veronese, infatti, è stato soffiato per la prima volta nel 1921 per volontà di Vittorio Zecchin, pittore e direttore artistico della fornace fino al 1925, che era rimasto affascinato da un dettaglio dell’Annunciazione della vergine dipinta nel 1580 da Paolo Veronese, da cui prende il nome. L’opera custodita tuttora presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia, presenta infatti un vaso in vetro trasparente, attraversato da un fascio di luce e caratterizzato da una forma bombata, che accoglie un tralcio di rovo con le sue more: un elemento fortemente simbolico che esprime la vitalità e la prosperità che hanno accompagnato i primi cent’anni di storia di Venini.

Nel corso dei quali Venini ha custodito e interpretato un patrimonio artistico unico, che affonda le proprie radici nella cultura veneziana del 1200, dando vita a opere inedite capaci di fondere i profondi valori della tradizione con il fascino dell’ contemporanea.

Nel corso di questi cent’anni di storia e passione, Venini ha custodito e interpretato un patrimonio artistico unico, che affonda le proprie radici nella cultura veneziana del 1200, dando vita a opere inconfondibili e capaci di fondere i profondi saperi della tradizione con il fascino dell’estetica contemporanea. Recentemente questo marchio di eccellenza è entrato a far parte del Gruppo Damiani, che con le sue creazioni promuove a livello internazionale i profondi valori del Made in Italy, della Bellezza e del Savoir Faire. Sono lieta che Venini abbia raggiunto questo importante traguardo: una pietra miliare che apre le porte a un nuovo secolo di arte e design, innovazione e avanguardia creativa afferma soddisfatta Silvia Damiani, Presidente di Venini e Vicepresidente del Gruppo Damiani.

Dal Museo  Venini le prestigiose opere artistiche approdano ai più prestigiosi spazi espositivi italiani ed esteri, il Metropolitan Museum e il MOMA di New York, la Fondazione Cartier e il Centre Georges-Pompidou di Parigi, il Victoria and Albert Museum di Londra, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, l’Österreichisches Museum für angewandte Kunst di Viennna, il Musée des Beaux Arts di Montréal, l’Eretz Museum di Tel Aviv, il Watari Museum of Contemporary Art di Tokyo, lo Shanghai Museum of Glass, la Triennale di Milano, il Museo del Vetro di Murano.

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Venini lancia “Acqua e Contrasto” nel cuore di Milano

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Firmate da Michela Cattai e  prodotte da Venini, le esclusive opere con cui la nota azienda di vetri d’arte muranese continua il suo percorso all’insegna della contaminazione culturale.

Le collezioni Acqua e Contrasto: una serie di pezzi in edizione limitata in vetro soffiato di Murano che l’artista ha realizzato in sinergia con la storica vetreria artistica in l’occasione di “Ridefinire la tradizione: l’arte contemporanea del vetro veneziano”. L’esposizione personale dell’artista, andata in scena lo scorso Maggio presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Giappone, ha rappresentato un punto di incontro fra culture, nel segno dell’eccellenza italiana.

Ispirandosi alla cerimonia giapponese del tè e grazie all’abilità manifatturiera dei maestri vetrai della storica fornace, Michela Cattai ha dato vita a opere materiche dal forte impatto visivo e dalla forma sinuosa e mossa,  arricchita da una speciale lavorazione a freddo. Il progetto Contrasto è una “limited edition” di 49 pezzi nei colori Menta e Uva mentre Acqua è costituita da 19 opere nei tre modelli MIZUSASHI contenitore acqua fredda, ICHIRINZASHI piccolo vaso per un fiore e NATSUMECHE contenitore per tè matcha, declinati nei colori Menta e Uva.

Capolavori con cui Michela Cattai ha unito due mondi : “Mi sono avvicinata con molto rispetto a questo rito antico, unendo la tradizione dell’arte vetraria e le particolari competenze di VENINI all’affascinante e antica cultura nipponica”, racconta  parlando della collezione Acqua. Silvia Damiani, Vice Presidente del Gruppo Damiani invece dichiara:Abbiamo accolto il progetto con entusiasmo per creare un ponte tra culture diverse, tra Oriente e Occidente, e grazie all’abilità manifatturiera dei maestri vetrai è nata una collezione di oggetti in vetro soffiato e lavorato a mano. Il focus è la ricerca di un’armonia in un momento di condivisione, l’espressione creativa attraverso l’opera”

Venini prosegue così il suo viaggio all’insegna della contaminazione culturale già decollato con “Unity”, una collezione griffata dal designer americano Marc Thorpe, che racconta l’incontro tra la cultura artigianale del Senegal e l’arte vetraria di Venini, “made in Italy”.

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Venini, debutta il “Silenzio dei colori”

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Venini, in occasione della “Vendemmia” presenta “Il silenzio dei colori.”. E’ un’azienda in grande spolvero dopo il recente aumento di capitale di 4 milioni di euro sottoscritto interamente dalla famiglia Damiani che nel 2016 ha acquisito la quota di maggioranza della storica vetreria, e detiene oggi oltre l’89% del totale.

Il silenzio dei colori è il nuovo capolavoro d’arte firmato da Matteo Thun, fondatore con Ettore Sottsass del gruppo Memphis. La collaborazione con lui, iniziata da tempo, ha permesso  a Venini di indagare e reinterpretare alcune tecniche di lavorazione a freddo  con caratteristiche simili a quelle dell’esperienza scultorea: il vetro soffiato molato e satinato fino a raggiungere perfezione delle forme e matericità, elementi tipici delle arti plastiche. Matteo Thun afferma: “Da molti anni assisto alle soffiate del vetro muranese, vorrei che la complessità della soffiata stessa producesse arcaicità, proprio come la pittura di inizio Novecento”. Matteo Thun è riuscito a mettere in relazione l’apparente silenzio di certe nature morte con la gestualità silente colma di significati messa in atto dai maestri soffiatori, in una danza perfettamente coordinata, da cui nascono i preziosi vetri Venini. Il tema del silenzio richiama quello del colore in un ossimoro di grande poeticità che ne diventa il titolo stesso: Il silenzio dei colori. Le cromie, ricche di suggestioni, come per magia sono catturate dalla bravura delle mani dei maestri vetrai, le forme esprimono un alto contenuto emozionale raccontando un vissuto di quasi cent’anni di storia della vetreria.

 

 

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Venini, aumento di capitale di 4 milioni di euro

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Aumento di capitale di 4 milioni di euro per Venini, sottoscritto interamente dalla famiglia Damiani che nel 2016 aveva acquisito la quota di maggioranza della storica vetreria e oggi, grazie a questo intervento, detiene oltre l’89% del totale.

 “L’aumento di capitale appena deliberato ha lo scopo di rendere il patrimonio aziendale più solido  e consentire lo sviluppo di nuove prospettive. Fra i prossimi obiettivi c’è soprattutto quello di entrare in maniera sempre più significativa nei mercati asiatici, oltre a rafforzare quelli di tradizione come l’Italia e gli USA. Abbiamo fatto questo investimento con grande entusiasmo perché crediamo fortemente nella straordinarietà di Venini e nelle potenzialità di un brand che oggi torna a essere ambasciatore dell’eccellenza del made in Italy. Venini rappresenta il perfetto incontro fra design di qualità e savoir faire, continuando a raccontare l’unicità di quell’italianità apprezzata nel mondo”, ha commentato Guido Damiani, presidente del gruppo Damiani che, con quasi cent’anni di storia nell’ambito del lusso, vanta marchi come Damiani, Salvini, Bliss, Calderoni, Rocca e, appunto, Venini.

Venini, fondata nel 1921, è sempre stata il punto di riferimento nell’ambito dell’arte vetraria. Gio Ponti, Mimmo Rotella, Carlo Scarpa, Alessandro Mendini, Massimiliano Fuksas, Gae Aulenti, Peter Marino, Ettore Sottsass, Tadao Ando, Ron Arad e molti altri designer di fama mondiale si sono confrontati con la tradizione secolare della lavorazione del vetro che gli artigiani della fornace tramandano di generazione in generazione.

Venini non ha mai rinunciato ai propri valori e l’intervento della famiglia Damiani come nuovo socio di maggioranza ha permesso, in meno di due anni, di avviare un piano di sviluppo tant’è  che le performance del brand sono migliorate sensibilmente, come dimostrano gli ultimi risultati di bilancio, con vendite in aumento del 30%. Tale strategia ha riportato in positivo anche il margine operativo e con questo nuovo innesto di capitale si è voluto rafforzare il patrimonio sociale, dopo le recenti aperture della boutique in via Montenapoleone a Milano e di quella di Ginza a Tokyo.

Gli oggetti d’arte Venini vengono battuti ad aste importanti raggiungendo cifre da record:  “La Sentinella di Venezia” del 1962, di Venini, è l’opera di vetro di Murano più pagata della storia, con ben 737mila dollari.

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