Milano è tornata a essere una delle metropoli del mondo più dinamiche e in crescita. Lo si evince non solo dalle statistiche. Basta girare per la città per rendersene conto. Alessandro Rosso non ha dubbi: in questi anni si sta assistendo a un Nuovo rinascimento della vecchia “capitale morale”.
Meg Portrait Review inizia, con questa intervista, una serie di articoli dedicati a indagare sulla rinascita di Milano. Una realtà di cui siamo convinti, anche se daremo spazio anche alle voci critiche. Il primo testimone è appunto Alessandro Rosso, che, grazie alle sue esperienze, gode di un osservatorio privilegiato.
Nato a Torino il 6 dicembre 1959, è cresciuto a Milano, dove vive. Nel 1983 si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Torino e due anni dopo ha conseguito un Master in Public Policy presso la Harvard Business School.
Con oltre 30 anni di esperienza nei settori MICE (Meeting, Incentive, Conference, Event), Comunicazione e Turismo, Rosso è oggi un affermato imprenditore italiano che con le sue idee innovative e brillanti, ha fatto crescere Alessandro Rosso Group in Italia e all’estero, portandolo a imporsi anche come Gruppo internazionale. Nel corso degli anni, infatti, il Gruppo grazie a importanti acquisizioni nazionali e internazionali,
ha ampliato il proprio core business e oggi offre una gamma diversificata di prodotti e servizi ed è considerato leader di mercato in Italia e in Europa.
Con Expo Shanghai 2010 Alessandro Rosso è entrato nel mondo delle Esposizioni Universali ed è stato uno degli imprenditori più rappresentativi di Expo Milano 2015, grazie al suo profondo impegno nella promozione dell’Esposizione Universale milanese, sia in Italia sia all’estero. Nominato primo Rivenditore Autorizzato per la vendita di biglietti Expo nel Mondo, ha contribuito al successo di Expo Milano 2015 con la vendita di oltre 3.000.000 di biglietti attraverso la sua piattaforma multilingue youwaytoexpo.com, si è occupato anche della progettazione e costruzione di interi
Padiglioni, della gestione di ristoranti all’interno dell’area espositiva ed è stato protagonista con un proprio padiglione dedicato al mondo corporate: Alessandro Rosso Corporate Pavillion.
Alessandro Rosso, proprietario e presidente di Alessandro Rosso Group, è uno dei principali attori anche nel settore del turismo con Best Tours Italia, affermato tour operator italiano. Ha creato il primo Seven Stars Hotel certificato al mondo oltre alla catena Townhouse Hotels. Oggi è Presidente e proprietario non solo di hotel ma possiede e gestisce locali storici e ristoranti alla moda nel cuore di Milano.
É anche Presidente e Fondatore del World Expo Commissioner Club, il primo club
dedicato a Commissari, Vice-Commissari, Delegati BIE, Direttori di Padiglioni, Diplomatici e Imprenditori dei Paesi coinvolti nelle Esposizioni Universali, con l’obiettivo di promuovere e facilitare il networking tra i suoi membri.
Presidente dell’Associazione Cina-Italia, membro di Altagamma, una fondazione che
raccoglie i migliori brand del Made in Italy, dal 2000 è anche Console Generale Onorario della Sierra Leone.
Ha ricevuto premi e attestati di stima da parte delle più alte Autorità istituzionali italiane e nel dicembre 2015 ha vinto il “Premio Excellent”, uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel comparto del turismo per coloro che promuovono l’eccellenza del Made in Italy nel mondo.
Ed ecco cosa ha raccontato a Meg Portrait Review.
–La stampa internazionale tutta, New York Times in testa, esalta Milano come una delle città che più si è rivitalizzata al mondo in questi ultimi anni. E’ solo suggestione giornalistica o queste affermazioni hanno riscontro nella realtà?
«Milano è molto apprezzata dai turisti da tutto il mondo, ma è anche molto apprezzata dai Milanesi: dopo un anno di Expo è più dinamica e fruibile, con linee di trasporto in crescita ed è di pochi giorni la notizia che ha addirittura superato Roma come numero di turisti, Milano una vera città metropolitana e molto europea».
Quali sono gli elementi che permettono di parlare di questo nuovo Rinascimento milanese? Sia a livello di opere fisiche (palazzi, hotel, nuovi quartieri ecc), sia di eventi/progetti (salone del mobile, design dei nostri architetti, ecc).
«E’ recente il nuovo skyline di Porta Volta, da Gae Aulenti fino al Bosco Verticale, che ha vinto di recente il miglior progetto architettonico. Sono molto curioso di scoprire i nuovi edifici nell’ex area Fiera, una nuova area resa attuale da edifici con strutture particolari che attireranno ottimi investitori internazionali. Amo molto passeggiare in Galleria V. Emanuele, il vero monumento più visitato di Milano: chiunque ci passeggia almeno una volta e Piazza Duomo: una memorabile visione di insieme che rappresenta una Milano dinamica ed operativa. Mi è piaciuto anche il nuovo volto della Darsena, ideale per i giovani e con varie attività da fare. Mi piace anche molto l’atmosfera che si crea a Milano durante il Salone del Design ad Aprile e dal prossimo anno anche la nuova BIT, più o meno nello stesso periodo. Vi preannuncio ci saranno grandi novità in Galleria, che riguardano i nostri hotels e ristoranti».
Milano è una delle capitali mondiali della moda e, forse ancora di più, del mobile. Due settori che puntano su qualità, creatività e gusto. Secondo lei, questo significa che il futuro dell’Italia sta nei business che connotano lo stile italiano? Quindi anche turismo e cibo? E, dopo moda e mobile, quali altri settori italiani emergeranno, raggiungendo il top internazionale?
«Milano non è solo moda e design, anche se siamo molto apprezzati proprio per queste due arti meravigliose ed uniche. Anche il cibo e la nutrizione, tema caro all’Expo scorso, ci hanno reso protagonisti: nuovi ristoranti stanno aprendo, si riscoprono brand storici che ci invidiano all’estero come Bagutta (appena riaperto in una location temporanea in via Borgospesso 1, o Taveggia con i suoi panettoni e budini di riso, come Cova o il Marchesino. Anche il settore degli eventi è importante per Milano, parliamo dei grandi concerti a San Siro o in piazza Duomo, ad esempio l’evento di Radio Italia che attira davvero persone da tutto il Paese per la buona musica o gli eventi nel Parco Sempione: un bel polmone verde per la città di Milano».
Ma perché, a fronte di una stampa autorevole e di una opinione pubblica internazionale che considera Milano come una delle città più attrattive del mondo, in Italia esiste una corrente di pensiero che minimizza o addirittura nega il nuovo miracolo milanese?
«Milano è davvero una città dinamica e in crescita, non occorrono solo numeri alla mano per dimostrarlo, guardiamo ai turisti, in forte ascesa e il numero di eventi e fiere in città: sempre in aumento. Milano mi sembra davvero una vera capitale europea. Milano è ricca anche di locali storici o brand internazionali come il Pavarotti Museum&Restaurant in Galleria V. Emanuele II con ingresso da piazza Duomo 21. Tra gli storici hanno appunto appena riaperto la Trattoria Bagutta come nel 1924 o la Pasticceria Taveggia con le stesse ricette del 1909».
Chi ha ragione sull’Expo? I disfattisti che sottolineano solo il fatto che il conto economico si è chiuso con una ventina di milioni di perdite (tra l’altro una cifra relativamente modesta, con cui non si compra nemmeno un buon giocatore di calcio), o i trionfalisti, che sostengono che questa ventina di milioni è stata abbondantemente coperta dall’indotto? Considerando, fra l’altro, che comunque l’Expo ha sancito a livello internazionale la definitiva riaffermazione di Milano come grande centro mondiale?
«Expo è stato un ottimo trampolino di rilancio per Milano, per l’Italia intera, molti turisti hanno scoperto il bel paese attirati anche da Expo, il picco turistico non si è esaurito con l’anno scorso e basta fare due passi in piazza Duomo o in Galleria nei week end per rendersene conto. Expo 2015 è stata una grande e bella occasione per il nostro paese».
Milano è la prima destinazione turistica d’Italia. Si tratta però prevalentemente di turismo d’affari. Eppure come città d’arte Milano è tra le prime al mondo, ma questo non viene valorizzato. Perche? Milano ha grandi opere d’arte, musei e gallerie, un Castello Sforzesco che molti ci invidiano, piazze e la Galleria, di cosa dovremmo lamentarci?
«Vedo sempre una grande coda davanti ai musei nei weekend, quindi non è solo un turismo d’affari che va dal lunedi al venerdì. Bellissima l’iniziativa dei Musei a prezzo ridotto alla prima domenica del mese: molti poi ci tornano e li scoprono, magari con la famiglia. Il Museo dedicato a Leonardo, in Galleria V. Emanuele II angolo piazza della Scala ad esempio è sempre aperto, anche ad agosto e ha sempre richieste, non solo dalle scuole, ma da tanti turisti, italiani e stranieri. A breve proprio vicino apriremo un museo dedicato al calcio. Il Museo in omaggio al grande Maestro Luciano Pavarotti, con annesso il ristorante con le ricette che lui amava, è molto visitato e vedo sempre nei visitatori emozione e stupore. Avete provato anche a salire all’ultimo piano della Galleria, sui tetti? Ha riaperto l’anno scorso Highline Galleria con il percorso sui tetti da piazza Duomo 21 a piazza della Scala, un museo a cielo aperto».
Quante città possono vantare, ad esempio, un Castello in pieno centro, costruito con l’apporto di Maestri come Leonardo, Bramante e Filarete? Cosa si potrebbe fare per dare enfasi a quest’altro primato milanese?
«Milano può sempre migliorare, ma già ora ha numeri legati al turismo importanti, anche oltre le stagioni abituali, basti pensare ad agosto: abbiamo registrato il tutto esaurito nelle nostre strutture, mentre i nostri ristoranti sono sempre rimasti aperti. Dalla Pizzeria I Dodici Gatti, quella in omaggio ai dodici gatti che vivono sui tetti, con vista sulla Galleria e piazza della Scala, alla Terrazza Duomo21, fino alla meraviglia dell’Ottagono lounge area, uno spazio con vista diretta sul centro della Galleria al primo piano da S.Pellico 8. Viste uniche su una città speciale».