Intervista esclusiva. Antonio De Matteis, Kiton porterà la linea femminile al 50% del fatturato, ma rimarrà concentrata sul core business

Che l’alta artigianalità e il Made in Italy fossero valori preziosi da salvaguardare negli anni da tramandare alle nuove generazioni, Ciro Paone, visionario fondatore di Kiton nel 1968 ad Arzano, (Na) e scomparso nel 2021, l’ha sempre saputo.

La nota azienda napoletana, marchio di punta del panorama italiano e mondiale della moda uomo e donna che conta 1000 dipendenti, di cui piu’ della metà esperti artigiani, presenti nelle cinque sedi produttive in Italia e in tutti i negozi nel mondo, procede con il vento in poppa, raggiungendo nel 2024 un fatturato pari a 225 milioni di euro.

Ma quali sono le motivazioni che, unite al Made in Italy, rendono il famoso brand partenopeo una vera eccellenza?

Lo abbiamo chiesto ad Antonio De Matteis, CEO di Kiton e nipote del fondatore.

Quale sarà il fatturato del 2025?

“Il 2025 non è stato un anno facile, ma analizzando i numeri riguardo al nostro retail diretto siamo molto contenti, perche’ nei primi 9 mesi, abbiamo riscontrato una crescita dell’11 per cento. Sicuramente il mondo wholesale, per quel che ci riguarda, sta soffrendo un po’di più: prevediamo una crescita più moderata rispetto al 2024, ma comunque ne siamo soddisfatti”.

Dove siete presenti nel mondo con i vostri negozi monomarca?

“Abbiamo 67 boutique nel mondo, e siamo presenti in 73 mercati, escluso il sudamerica per adesso, e circa 300 wholesale, quindi abbiamo una presenza abbastanza capillare ma molto esclusiva”.

Siete conosciuti soprattutto per la moda maschile, e poi già molti anni fa avete iniziato a produrre anche i capi da donna: come sta andando?

“Sicuramente la nostra è un’azienda molto riconosciuta per l’ uomo, abbiamo cominciato a realizzare capi da donna tanti anni fa, e devo dire che da quando la sta seguendo mia cugina Maria Giovanna Paone, Presidente di Kiton, la linea donna sta crescendo molto: oggi rappresenta il 20 per cento del fatturato e siamo sicuri che nei prossimi anni potrà arrivare al 50 per cento del fatturato”.

 Dove sono prodotti i vostri capi?

“Come già detto sopra in 5 sedi produttive in Italia, L’headquarter è ad Arzano in provincia di Napoli, dove realizziamo gran parte dei nostri capi, poi c’è una sede a Caserta dove sono prodotti tutti i pantaloni sportivi compresi il denim, una a Parma per tutta la giubbotteria, a Fidenza per la maglieria, e una a Biella dove produciamo i tessuti.

Nel 2008 abbiamo comprato l’azienda Carlo Barbera, che è importante, perche’ ci consente di lavorare e potere investire facendo molta ricerca sui i tessuti per i nostri abiti. Riguardo ad una logica distributiva, per noi l’Italia va benissimo al 15%, che puo’ sembrare forse poco, ma non vorrei mai essere troppo concentrato su un unico mercato”

.Gli Stati Uniti per voi sono il primo mercato, come lo presidiate?

“Si’, il secondo è l’Europa e poi c’è l’Asia. Abbiamo l’ headquarter a New York per il mercato del nord America, una palazzina di sei piani dove hanno sede uffici, show room e negozi. Fu acquistata nel 2002, era la sede del banco di Napoli, e per noi è assolutamente strategica: la stiamo ristrutturando e verrà pronta fine 2026 inizio del 2027. Nonostante la ristrutturazione, siamo riusciti a tenere aperte le boutique, e di questo ne siamo soddisfatti”

Che valori e insegnamenti vi ha lasciato Ciro Paone, mancato nel 2021?

“Lui ha creato un’azienda sempre molto attenta alla qualità! Mio zio mi ha insegnato che bisogna tenere sempre presente, oltre al prodotto, anche la qualità dell’innovazione, del servizio, della qualità di vita dei nostri collaboratori, dei nostri artigiani. Quindi, è sempre stato attento a far stare molto bene le persone che lavorano con noi. Per quanto attiene la sostenibilità sociale, è sempre stata un’azienda molto avanti, che ha dato e da’ tuttora molta attenzione alla forza lavoro.Questo sicuramente ci consente ancora oggi di fare un prodotto eccellente”.

Avete una scuola di formazione interna. Quanti anni fa è nata e dove ha sede?

 “Venticinque anni fa, mio zio Ciro Paone, ebbe il grande intuito di far nascere una scuola, dove noi abbiamo ricreato una giovane generazione di sarti. Oggi, l’età media della nostra azienda è di 36 anni, contro i 55 del 2000, quindi abbiamo avuto un processo di rinnovamento molto importante per quanto riguarda le maestranze. Ha sede ad Arzano in provincia di Napoli, ogni corso dura adesso 4 anni (prima erano 3), e ci ha dato la possibilità di inserire queste nuove generazioni all’interno della produzione”. 

Chi progetta i capi? Quante collezioni fate all’anno?

“Due. Una autunno/inverno e una primavera/estate: abbiamo due  team creativi, uno per l’uomo, di cui a capo ci sono io, e l’altro per la donna capitanato da mia cugina Maria Giovanna Paone, e ci avvaliamo anche di competenze molto importanti sia interne che esterne che non posso svelare”.

Si parla tanto di sostenibilità, Kiton in cosa è sostenibile?

“Io penso che il prodotto sia sostenibile a prescindere, la dice lunga il fatto che, per esempio, mio figlio minore di 18 anni indossi le giacche che io mettevo quando ero giovane. Questo ci fa capire che i capi Kiton uomo che donna, si possano tramandare da padre in figlio, quindi, relativamente a questo aspetto, siamo sostenibili. Certo l’azienda non si ferma a questo: tutte le nostre imprese produttive sono dotate di pannelli solari per l’energia quindi siamo al 50 per cento autosufficienti, noi lavoriamo tutto manualmente, consumiamo pochissima energia, non disponiamo di grandi macchinari, anche questo conta, e sicuramente stiamo attenti a tutta la catena del prodotto”.

Progetti futuri?

“E’un periodo di mercato molto particolare, siamo concentrati su quello che stiamo facendo, dove credo che le distrazioni non facciano bene: per il momento continueremo a fare in modo eccellente quello che sappiamo fare.  Siamo aperti ad altre cose, ma credo che adesso il mondo abbia bisogno di certezze e non di persone che vogliano fare tutto, soprattutto quando, come insegna Kiton, vanno prodotte in modo perfetto e con grandissima attenzione” conclude con soddisfazione De Matteis.

(foto di copertina e ritratto in bianco e nero: Antonio De Matteis, CEO di Kiton, abiti Kiton. Galleria: capi Kiton linea uomo e donna fall/winter 2025/26).

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