Con una sola occhiata in un ufficio aziendale appare evidente l’impatto che la tecnologia ha sul nostro modo di lavorare. Lavagne interattive, sistemi per la Unified Communication basati sul cloud e dispositivi mobile sono alcuni degli esempi della rivoluzione in atto negli ambienti di lavoro.
Come dicevano i francesi nel maggio 1968, “Ce n’est qu’un début”, è solo l’inizio. Dall’Hype Cycle di Gartner relativo al 2017 emergono alcuni importanti trend. Realtà virtuale, machine learning, deep learning e realtà aumentata sono gli ambiti indicati come mainstream per i prossimi 2-5 anni. Queste tecnologie miglioreranno la produttività, aiutando i dipendenti a lavorare in modo più veloce e smart.
E non sono solo gli analisti a identificare questi trend: da una ricerca commissionata da Ricoh a Censuswide emerge come, secondo i dipendenti europei, l’intelligenza artificiale e la robotica cambieranno il modo di lavorare. Quattro intervistati su 10 si aspettano che nel prossimo futuro svolgeranno, grazie alle nuove tecnologie, un lavoro che oggi non esiste e sono ottimisti a riguardo.
I dipendenti sono infatti convinti che le nuove tecnologie porteranno vantaggi significativi, tra cui:
- accesso ai dati più immediato (44% del campione)
- possibilità di lavorare da casa più frequentemente (42%)
- riduzione delle attività ripetitive (41%)
- automazione dei processi amministrativi (36%)
Si prospettano ambienti di lavoro molto più moderni in cui, ad esempio, l’analisi dei dati aiuta a prendere decisioni migliori e aumenta l’efficienza. Inoltre, riducendo il numero delle attività ripetitive, i dipendenti hanno più tempo per attività a maggior valore.
Le promesse sono quindi notevoli, ma come possono i business leader individuare le tecnologie più adatte al Digital Workplace?
Vi sono, secondo Ricoh, tre step da percorrere, tutti connessi ad un fattore chiave nei progetti di trasformazione digitale: i dipendenti.
- Focus sulle aspettative: il 59% dei dipendenti è convinto che l’innovazione tecnologica possa avere un impatto positivo sulla loro giornata lavorativa e la quasi totalità del campione (98%) è entusiasta o fiduciosa all’idea che nella propria azienda vengano introdotte nuove tecnologie. I lavoratori chiedono di poter sfruttare i nuovi paradigmi tecnologici abilitati da dispositivi mobili, connettività, app e cloud, per poter lavorare meglio e collaborare con altri.
- Orientarsi tra le tecnologie: l’identificazione e la scelta delle tecnologie potrebbe sembrare qualcosa di ovvio, ma in realtà non lo è: i dipendenti coinvolti nella ricerca Ricoh pensano che le aziende compiano a volte scelte tecnologie sbagliate. Il 47% del campione d’indagine è convinto che le tecnologie a disposizione non consentano un effettivo aumento della produttività. È quindi opportuno che, prima di implementare una nuova tecnologia, i dipendenti vengano consultati in modo che l’innovazione risponda alle loro esigenze.
- Last but not least… la formazione: solo il 27% dei dipendenti pensa che la propria azienda offra formazione adeguata sulle nuove tecnologie. Il 34% afferma di non sentirsi in grado di utilizzare correttamente anche le soluzioni hardware e software più semplici – come ad esempio Microsoft Office, le stampanti multifunzione e i pc – per non parlare poi delle nuove tecnologie quali i sistemi per l’automazione di processi complessi. Il 56% dei dipendenti vorrebbe che la propria azienda garantisca maggiore formazione e aggiornamento in particolare sulle tecnologie digitali. I due step precedenti dovrebbero quindi includere l’analisi degli skill dei dipendenti in modo da colmare eventuali gap.
Concludendo, la Digital Transformation non inizia con la scelta delle tecnologie e non termina con la loro implementazione. Prima e dopo queste due fasi le aziende devono considerare coloro che, in ogni momento, determinano il successo del progetto: le persone.
A cura di Javier Diez-Aguirre, Vice President, Corporate Marketing, Ricoh Europe