Michelangelo Pistoletto e Lorenzo Marini sono gli artisti che rappresentano l’Italia alla seconda edizione di Western China International Art Biennale, la grande rassegna di arte visiva che rappresenta un ponte tra la Cina dell’Ovest e l’arte internazionale. Sede principale della Biennale, inaugurata con diversi eventi in questi giorni, è il Museo di Tianye, inaugurato nel 2010. È stato progettato dall’archistar Yang Dashan e occupa una superficie di 2 ettari.
Tra gli artisti presenti, nomi noti ai collezionisti di tutto il mondo, come Brian Tolle, Dirk Braeckman, Sammi Baloji e Olafur Eliasson. Oltre alla crème della contemporary art orientale, con pittori quali Liu Jun, reduce dall’aver superato, nel suo ultimo passaggio a Sotheby’s New York, quota 500 mila euro con un disegno a inchiostro. Tutti artisti, quindi, sulla cresta dell’onda. Del resto, il nostro Pistoletto ha battuto il proprio record solo pochi giorni fa, a Christie’s Londra, superando quota 3 milioni di euro con Uomo che guarda un negativo, “specchiante” del 1967, che ritrae Alighiero Boetti mentre osserva il negativo della foto di un bambino.
La presenza alla Biennale cinese, insieme ad alcuni tra i maggiori pittori e scultori internazionali, costituisce un’ulteriore consacrazione per Marini che, noto per essere uno dei più affermati art director italiani, dopo aver lavorato come artista per una ventina d’anni nel più totale silenzio e riservatezza, solo dal 2014 è uscito allo scoperto, e ha presentato le sue opere al pubblico con mostre personali, organizzate soprattutto in prestigiosi spazi pubblici.
Marini è presente attualmente, con lavori dedicate alle lettere e in generale ai segni grafici, anche a questa edizione della Biennale di Venezia, ospite del Padiglione Armenia. Curiosamente, alcuni dei lavori esposti da marini alla rassegna veneziana, sono superfici specchianti che possono ricordare l’arte povera di Pistoletto.