Quei rapporti un po' controversi tra uomini d'azienda e Ict

Che la tecnologia digitale abbia rivoluzionato il modo di lavorare, è un dato di fatto.

Ma come reagiscono i dipendenti delle imprese europee?

Ricoh ha promosso recentemente diverse ricerche sul tema. Tendenzialmente i risultati sono ottimistici, nel senso che gli uomini d’azienda europei vedono più vantaggi che svantaggi nella digitalizzazione.

Ma non mancano i punti critici.

Ecco alcune tra le principali considerazione emerse in varie indagini.

 

Grazie al Digital Workplace, il 41% dei dipendenti europei prevede di svolgere attività meno ripetitive e il 32% pensa che avrà più tempo a disposizione da dedicare a progetti importanti. C’è però un gap da colmare: il 40% del campione di una  ricerca Ricoh  ( condotta da Censuswide ad agosto 2017 coinvolgendo 3.600 dipendenti di aziende in Austria, Belgio, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Russia, Slovacchia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Unito e Irlanda). afferma che la mancanza di competenze frena l’innovazione tecnologica. Il 67% degli intervistati vorrebbe ricevere maggiore formazione e solo il 27% pensa che la propria azienda investa a sufficienza in questo aspetto.

 

L’81% degli intervistati della stessa ricerca afferma che le nuove tecnologie, come  l’automazione e l’intelligenza artificiale, stanno trasformando il modo di lavorare. I dipendenti sono convinti che, per il buon esito di un progetto, sia necessario mettere le persone al centro dell’attenzione e considerare gli aspetti culturali.

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