Venduta per la prima volta in un’asta un’opera che non esiste. Protagonisti Art-Rite e Garau

Se 15mila euro vi sembran pochi…Questa la cifra raggiunta per “Io sono”, scultura immateriale di Salvatore Garau, in una recente contemporary art auction. L’asta si è tenuta presso Art-Rite, la maison aux enchères, milanese, di Attilio Meoli e Federico Bianchi, dove “l’opera che non esiste”, partita da 6.000 euro, ha raddoppiato la base d’asta raggiungendo quota 12mila euro al martello (15.000 con i diritti d’asta). Ma di cosa si tratta?

Esasperando il concetto espresso oltre 100 anni fa da Marcel Duchamp, per cui arte è ciò che un’artista dice sia arte, Salvatore Garau è arrivato a “creare” una scultura fatta d’aria. L’unica cosa fisica venduta all’asta è il certificato di garanzia firmato dall’autore e controfirmato dal procuratore del suo Archivio, Milo Goj. Chi pensava che le opere virtuali dell’arte digitale, anch’essi privi di fisicità, fossero il massimo dell’avanguardia si è dovuto ricredere. Le sculture immateriali di Garau non hanno nemmeno un’immagine virtuale che possa essere riprodotta sulla rete. 

Sardo di Santa Giusta (Oristano), sessantenne, più volte presente alla Biennale di Venezia, Salvatore Garau è uno dei massimi interpreti della contemporary art internazionale. Il suo talento si è espresso, oltre che nell’arte visiva, in diverse altre forme creative. Per anni è stato il batterista degli Stormy Six, storica band di progressive rock. Autore di libri, ha al suo attivo anche esperienze video. Nei prossimi giorni un’altra scultura immateriale di Garau sarà inaugurata, sotto l’egida dell’Italian Cultural Institute di New York, nei pressi di Wall Street.

Visited 1 times, 1 visit(s) today
View
2950
Close Search Window
Close