In Europa i dipendenti vogliono più digitale

L’introduzione e lo sviluppo di nuove tecnologie sul posto di lavoro sta per portare a un netto cambiamento nel modo in cui lavoriamo e nella tipologia di attività che svolgiamo.

Queste tecnologie includono:

  • Automazione: processi che funzionano senza il bisogno del controllo o dell’intervento umano
  • Intelligenza artificiale: computer e macchine “intelligenti”, in grado di riprodurre le interazioni umane, di risolvere problemi e di ragionare
  • Realtà virtuale: computer e sistemi audio in grado di creare ambienti realistici e immersivi
  • Robotica: robot che possono sostituire gli esseri umani

Ma come reagiscono i dipendenti di fronte a queste innovazioni? Che impatto avranno le nuove tecnologie sul loro modo di lavorare? Quali benefici potranno trarre le aziende dallo sviluppo di un ambiente di lavoro digitale?

Un nuovo studio condotto da Censuswide e sponsorizzato da Ricoh, rivela che la netta maggioranza dei dipendenti è assolutamente a favore dell’introduzione di nuove tecnologie sul posto di lavoro. La quasi totalità del campione della ricerca Ricoh (98%) è entusiasta o fiduciosa all’idea che nella propria azienda vengano introdotte nuove tecnologie. Allo stesso tempo, il 65% ritiene che l’automazione avrà un impatto positivo sul modo in cui lavorano e il 52% concorda che l’intelligenza artificiale porterà allo stesso risultato. Anche in Italia l’atteggiamento verso la digitalizzazione è generalmente ottimista: i dipendenti si definiscono a riguardo entusiasti (65% del campione) e fiduciosi (38%) e solo una minoranza è dubbiosa (4%) e preoccupata (10%). In linea con quanto avviene nel resto dell’Europa, i dipendenti italiani indicano la gestione delle e-mail (40% del campione del nostro Paese) e le riunioni (37%) come i fattori quotidiani che causano le maggiori perdite di tempo, seguiti dal pendolarismo (31%). Gli intervistati sono convinti del fatto che la tecnologia consentirebbe di lavorare in modo più smart, in particolare grazie ad un migliore accesso ai dati (aspetto indicato dal 46% del campione italiano. Media europea: 44%), alla possibilità di lavorare più spesso da casa (42% sia in Italia sia in Europa) e alla riduzione delle attività ripetitive (30% degli intervistati italiani, mentre la percentuale in Europa sale al 41%).

Le imprese che utilizzano le nuove tecnologie digitali hanno a disposizione molteplici opportunità per consentire ai propri dipendenti di lavorare meglio. L’intelligenza artificiale e l’automazione stanno cambiando il nostro modo di lavorare, ma limitarsi ad investire nelle infrastrutture non basta. Per sfruttare appieno i vantaggi di un miglioramento lavorativo, i dipendenti devono avere la sicurezza e le competenze necessarie per utilizzare le tecnologie in modo efficace.

 

N.d. R. [1] Il sondaggio è stato condotto ad agosto 2017 coinvolgendo 3.669 dipendenti di aziende in Austria, Belgio, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Russia, Slovacchia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Unito e Irlanda.

L’introduzione e lo sviluppo di nuove tecnologie sul posto di lavoro sta per portare a un netto cambiamento nel modo in cui lavoriamo e nella tipologia di attività che svolgiamo.

Queste tecnologie includono:

  • Automazione: processi che funzionano senza il bisogno del controllo o dell’intervento umano
  • Intelligenza artificiale: computer e macchine “intelligenti”, in grado di riprodurre le interazioni umane, di risolvere problemi e di ragionare
  • Realtà virtuale: computer e sistemi audio in grado di creare ambienti realistici e immersivi
  • Robotica: robot che possono sostituire gli esseri umani

Ma come reagiscono i dipendenti di fronte a queste innovazioni? Che impatto avranno le nuove tecnologie sul loro modo di lavorare? Quali benefici potranno trarre le aziende dallo sviluppo di un ambiente di lavoro digitale?

Un nuovo studio condotto da Censuswide e sponsorizzato da Ricoh, rivela che la netta maggioranza dei dipendenti è assolutamente a favore dell’introduzione di nuove tecnologie sul posto di lavoro. La quasi totalità del campione della ricerca Ricoh (98%) è entusiasta o fiduciosa all’idea che nella propria azienda vengano introdotte nuove tecnologie. Allo stesso tempo, il 65% ritiene che l’automazione avrà un impatto positivo sul modo in cui lavorano e il 52% concorda che l’intelligenza artificiale porterà allo stesso risultato. Anche in Italia l’atteggiamento verso la digitalizzazione è generalmente ottimista: i dipendenti si definiscono a riguardo entusiasti (65% del campione) e fiduciosi (38%) e solo una minoranza è dubbiosa (4%) e preoccupata (10%). In linea con quanto avviene nel resto dell’Europa, i dipendenti italiani indicano la gestione delle e-mail (40% del campione del nostro Paese) e le riunioni (37%) come i fattori quotidiani che causano le maggiori perdite di tempo, seguiti dal pendolarismo (31%). Gli intervistati sono convinti del fatto che la tecnologia consentirebbe di lavorare in modo più smart, in particolare grazie ad un migliore accesso ai dati (aspetto indicato dal 46% del campione italiano. Media europea: 44%), alla possibilità di lavorare più spesso da casa (42% sia in Italia sia in Europa) e alla riduzione delle attività ripetitive (30% degli intervistati italiani, mentre la percentuale in Europa sale al 41%).

Le imprese che utilizzano le nuove tecnologie digitali hanno a disposizione molteplici opportunità per consentire ai propri dipendenti di lavorare meglio. L’intelligenza artificiale e l’automazione stanno cambiando il nostro modo di lavorare, ma limitarsi ad investire nelle infrastrutture non basta. Per sfruttare appieno i vantaggi di un miglioramento lavorativo, i dipendenti devono avere la sicurezza e le competenze necessarie per utilizzare le tecnologie in modo efficace.

 

N.d. R. [1] Il sondaggio è stato condotto ad agosto 2017 coinvolgendo 3.669 dipendenti di aziende in Austria, Belgio, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Russia, Slovacchia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Unito e Irlanda.

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