La contemporary art di Sabrina Ravanelli interpreta la perdita d’identità da Covid

Si chiama “Unidentity” l’ultimo lavoro di Sabrina Ravanelli.

L’artista milanese ha voluto, con quest’opera, rappresentare lo stato di smarrimento che molte persone stanno vivendo dallo scoppio della pandemia. Si tratta, appunto, di una perdita d’identità, intesa non strettamente nel senso fisico, bensì nella caduta dei punti di riferimento cui erano ancorati sino un anno fa i nostri valori, comportamenti e stili di vita. 

Una delle missioni della contemporary art è proprio quella di rappresentare la realtà del tempo, come ha voluto fare la pittrice. Il lavoro, di cm. 110×90, è sviluppato su una moltitudine di mascherine, proprio quelle distribuite in questi mesi dal Comune di Milano. Questo dispositivo di protezione individuale (dpi) è assurto, nel bene e nel male, a icona di questo tragico periodo.  Pur senza contestarne l’utilità, Sabrina Ravanelli che, oltretutto, è nota anche come ritrattista, trova in uno strumento che nasconde mezzo volto un simbolo visivo di questa spersonalizzazione. Nota come “material queen” per la sua abilità nel trattare i materiali, l’artista tornerà in asta il prossimo febbraio con “Attenzione, maschicidi in corso”, un’opera singolare sviluppata su una tela triangolare di cm. 60×60 presso Meeting Art di Vercelli. 

Sabrina Ravanelli vantava già alcune battute presso la casa d’asta milanese Art-Rite, dove ha sempre superato le stime. Ospite alla Biennale di Venezia del 2017 presso il Padiglione Armenia, protagonista lo scorso anno di una mostra personale presso la storica Galleria Lattuada di Milano (che la rappresenta e dove è esposto Unidentity), è la caposcuola della brand art, corrente che consiste nel rappresentare immagini (soprattutto ritratti di imprenditori o top manager) che ricordano un’azienda, sovrapposta ai brand dell’azienda stessa attraverso un’elaborata tecnica materica. 

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